Cronaca / Merate e Casatese
Giovedì 18 Febbraio 2016
Il sindaco scrive alla Prefettura
«I migranti qui sono troppi»
Merate, sono venti nella casa di via Crocifisso a Novate messa disposizione da un privato. Massironi: «L’appartamento non ha le caratteristiche per ospitare così tante persone»
Venti migranti nella casa di via Crocifisso a Novate sono troppi.È questo il messaggio che Andrea Massironi, sindaco di Merate, ha inviato all’Ats e alla prefettura di Lecco, nei giorni scorsi.
Secondo quanto il primo cittadino ha calcolato, a partire dalla metratura dell’appartamento fornitegli dall’ufficio tecnico, nello stabile di via del Crocifisso a Novate potrebbero risiedere un massimo di undici persone. In sostanza, quindi, la cascina, dove la prefettura di Lecco ha collocato i migranti verso la metà dello scorso mese di gennaio, sta ospitando un numero di persone doppio rispetto a quanto dovrebbe essere.
«All’Ats - ha spiegato Massironi, riassumendo il contenuto della lettera indirizzata per conoscenza anche alla prefettura di Lecco e alla cooperativa Croce del Sud, che si sta occupando dei migranti - contesto di essere caduta in contraddizione con se stessa».
All’indomani dell’arrivo dei migranti, Massironi aveva infatti richiesto all’Ats un sopralluogo per stabilire se l’edificio messo a disposizione dal privato fosse adeguato alla nuova destinazione. L’ufficio igiene dell’Ats aveva risposto affermando che la struttura poteva essere assimilabile a un «dormitorio». L’Ats, inoltre, raccomandava l’installazione di un bagno chimico, da aggiungersi a quell’unico già presente nell’appartamento, e di vigilare sullo smaltimento rifiuti.
Massironi aveva subito storto il naso. Quindi, fatte le verifiche, ha risposto. «Anzitutto - ha riferito - non è possibile assimilare quella struttura a un dormitorio. Lì la gente non si limita a dormire ma cucina. Di conseguenza, i parametri da prendere in considerazione sono diversi. Partendo dal regolamento igiene e dal decreto ministeriale, abbiamo calcolato che quella struttura non potrebbe ospitare più di undici persone». Di qui, l’invito all’Ats e alla prefettura a riconsiderare la questione.
Oltre a questo genere di problemi, di tipo tecnico, ce n’è poi un altro legato alla convivenza. Infatti, l’appartamento nel quale risiedono i venti richiedenti asilo si trova al di sopra di un altro abitato da una famiglia composta da mamma con due figli piccoli. Dopo i primi giorni, la convivenza con i migranti è diventata problematica.
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