
Cronaca
Venerdì 04 Settembre 2015
Il progettista di Expo
«Ho scelto Lurago
e adoro la Brianza»
ciro mariani
L’architetto che ha progettato l’enorme area dell’Expo arriva da Lurago d’Erba. Ciro Mariani, cresciuto a Inverigo, da 6 anni si occupa dell’Esposizione universale: nel 2009 è stato scelto come responsabile della progettazione, poi ha anche valutato e approvato le proposte dei vari Paesi. Gira il mondo, ma torna sempre «più che volentieri» a Lurago. E ora sta già preparando la fase in cui bisognerà smontare tutto quello che è stato realizzato per Expo (chiude il 31 ottobre).
Partiamo dalle sue origini.
Sono di Inverigo, ma ho abitato per tanti anni a Erba e da qualche tempo vivo a Lurago d’Erba.
Come si trova un giramondo come lei, in un piccolo paese?
Più che bene. In questa zona ci sono tanti scorci bellissimi. Giri l’angolo e puoi trovare qualcosa di sorprendente. In senso positivo o anche negativo, certo, ma direi che prevalgono le cose belle. Mi è capitato di sorvolare, con l’idrovolante, l’area dell’Erbese e della Brianza più in generale: un vero spettacolo.
Sentiamo sempre parlare del lago di Como, della città, ma le bellezze non ci sono soltanto lì...
Esatto. Penso al lago di Pusiano, al Segrino, posti fantastici e con paesaggi straordinari.
Bisognerebbe fare di più per valorizzarli?
Questo discorso si fa spesso, ma non sono del tutto d’accordo. Non siamo e non saremo mai il Garda o Rimini, quindi direi che possiamo accontentarci. Mi pare un bell’accontentarsi.
E su Inverigo cosa dice?
Mi sento ancora inverighese, è un posto che adoro dal punto di vista paesaggistico. Sono innamorato, in particolare, della zona di Pomelasca.
Il suo progetto per una struttura proprio a Inverigo è stato premiato qualche anno fa, ma ha fatto anche molto altro sul territorio comasco. A quale iniziativa è più legato?
Non posso non citare il recupero e l’allestimento dell’ex cava di Pusiano. Ma è stata un’esperienza molto interessante anche la progettazione degli “studios” cinematografici e televisivi immaginati a Villa Guardia. Ho lavorato molto bene su questo con il consorzio Prospecta dell’imprenditore Sergio Pozzi, anche se poi l’iniziativa non si è concretizzata.
Nel suo curriculum ci sono anche diverse pubblicazioni, l’allestimento di mostre a Villa Olmo per il Comune di Como, l’attività universitaria...
Sì, ho fatto un po’ di cose (ride, ndr). Al Politecnico di Milano ho insegnato 15 anni, poi tanta attività di ricerca. E ho perso il conto delle mostre di Villa Olmo che ho seguito, direi cinque o forse sei.
Oggi cosa le piace fare?
Allestimenti. Ma anche passeggiare nel verde delle nostre zone non è affatto male...
Si dimentica l’avventura a Expo?
No, non posso dimenticarla, è un’esperienza fantastica.L’affluenza in questo periodo è pazzesca, siamo a 800-900mila persone nell’ultima settimana di agosto. Si fatica a camminare, ma organizzazione e logistica “tengono”. Certo, si resta in coda molto a lungo per visitare alcuni padiglioni come Giappone e Germania, ma io sono a Expo quasi tutti i giorni e sento poche lamentele.
Come valuta lo spazio allestito nel Padiglione Italia dal territorio comasco?
Ha avuto un ottimo riscontro e mi fa piacere. Più in generale direi che la Brianza a Expo è ben rappresentata, dal tavolo Pangea di Maurizio Riva fino al verde di Peverelli.
Ma che fine farà tutto quello che è stato costruito per Expo?
Ci stiamo già occupando dei lavori di smantellamento, alcuni Paesi ricostruiranno in patria il padiglione recuperando il materiale. Sul destino dell’area, parliamo di un milione di metri quadrati, credo si deciderà subito dopo il voto per il nuovo sindaco di Milano. Come noto il Padiglione Italia resterà, ma si dovrà fare qualche riflessione anche sul Padiglione Zero, visto che ha superato i 2 milioni di presenze. Incredibile.
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