Cronaca / Circondario
Domenica 04 Novembre 2018
Il premio poesia fa il pieno
Valutate le opere di 64 autori
La premiazione si è svolta nell’auditorium del centro civico “Fatebenefratelli”
«In ognuno di noi viva sempre un sogno; la poesia può provocare questo e i componimenti in concorso hanno evocato in me una sensazione che vorrei vi accompagnasse e restasse, nella mente e nel cuore».
L’assessore alla Cultura, Raffaella Brioni, ha introdotto così l’altra sera la terza edizione del premio, divenuto nazionale, intitolato a “Dionigi Villa: Nis il poeta”. La premiazione si è svolta nell’auditorium del centro civico “Fatebenefratelli” gremito. Il concorso era diviso in tre sezioni: le prime due di poesie inedita in lingua italiana, una per ragazzi e una per adulti; la terza, per componimenti in dialetto lecchese. Nella sezione “Ragazzi” è risultata prima la poesia “L’invernale meraviglia” di Anna Azzola; seconda “Il sasso”, di Michele Kabashi; terza “Il bosco”, di Irene Fumagalli. Nella sezione “Poesia inedita in lingua Italiana – Adulti” il primo premio è andato a Giulio Redaelli, con il componimento “Brianza”; il secondo a “Scarpette rosse” di Oscar Giussani; il terzo a Enrico Francesco Rigamonti, con “Come lucertola”. Per la sezione di poesie in dialetto lecchese, si è aggiudicato il primo premio Tiziano Sironi, autore di “L’è fundà ul Batel (il Patria)”; il secondo premio è stato per Patrizia Ortalli, con “La vita sül lagh”; il terzo è stato tributato a Elisa Vassena, con “Cantada al ciel ne nocc”. La giuria ha insignito inoltre di una menzione speciale Diego Caronni, la cui poesia “Chiamami Romeo” ha colpito i giurati per l’essenzialità con cui descrive un amore.
La terza edizione del Premio ha suscitato grande partecipazione: 64 autori si sono iscritti al concorso, per un totale di un centinaio di componimenti sottoposti alla giuria composta da Gloria Dell’Oro, Vincenzo Dell’Oro, Paolo Gandola, Assunta Tedesco e Giovanna Rotondo. Alla serata conclusiva ha preso parte lo studioso di dialetto Ganfranco Scotti. Vincenzo Dell’Oro ha introdotto la figura di Dionigi Villa, «detto Nis, figura valmadrerese di poeta spontaneo e “contadino”, del quale non ci rimane quasi nulla scritto, in quanto tutto è stato più o meno volontariamente distrutto: un poeta quasi fantasma, che ci viene tramandato dalla memoria e da pochi fogli sparsi ai quali ci dobbiamo aggrappare, custoditi dallo storico Achille Dell’Oro o che appartengono al singolare carteggio col farmacista dell’epoca, Carlo Imperatori».
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