Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 05 Febbraio 2015
Il piano di riordino degli uffici postali: chiudono Madonna di Tirano e Traona
Sono complessivamente sei le strutture interessate dalla riorganizzazione. Gli sportelli di Cataeggio, Dazio, Lovero e Torre apriranno a giorni alterni
Saranno sei gli uffici postali della provincia di Sondrio coinvolti nel piano di rimodulazione di Poste italiane previsto per questo 2015.
Due uffici, quelli di Madonna di Tirano e Traona (Cosio stazione, per l’esattezza) verranno chiusi, mentre quelli di Cataeggio, Dazio, Lovero e Torre Santa Maria saranno aperti solamente a giorni alterni.
Una notizia che rischia di creare qualche ansia nei residenti dei Comuni interessati dal piano di rimodulazione, trattandosi di un servizio prezioso e molto utilizzato, e, soprattutto, nei dipendenti che verranno comunque collocati in altre sedi dello stesso ambito territoriale e a cui verranno affidati compiti in linea con le loro competenze anche dopo specifici programmi di formazione e valorizzazione.
C’è però da dire che i sei uffici provinciali coinvolti nel piano di rimodulazione costituiscono una cifra inferiore rispetto a quella preventivata nei giorni scorsi quando si era parlato addirittura di 15 uffici postali complessivi interessati tra Valtellina e Valchiavenna da eventuali chiusure o aperture solamente a giorni alterni. In tutta la Lombardia, invece, si andrà incontro alla chiusura di 61 uffici di Poste Italiane, mentre per altri 121 si prospetta una rimodulazione oraria su due, tre o quattro giorni di apertura.
«Su questo programma abbiamo già espresso tutta la nostra contrarietà e le nostre perplessità - evidenzia Giuseppe Marinaccio, segretario regionale di Slp Cisl - verso un progetto che penalizza fortemente parte del territorio lombardo con pesanti disagi alla clientela. Un piano d’impresa che, anziché realizzare in concreto investimenti e sviluppo per le attività dell’azienda, si limita ai soli interventi di tagli ai servizi con riduzione dei costi facendoli pesare sulla collettività».
Di tutt’altro avviso Poste italiane: «Il piano di rimodulazione – fanno sapere - adegua l’offerta all’effettiva domanda sul territorio tenendo fermo il principio della centralità del cittadino e della massima attenzione per le sue esigenze. Il piano assicura così efficienza e capillarità del servizio e la tenuta dei livelli occupazionali. Il piano è stato definito in conformità con il vigente Contratto di programma e con la normativa, che stabilisce particolari garanzie per i Comuni caratterizzati da una natura prevalentemente montana del territorio (divieto di chiusura di uffici postali situati in Comuni rurali che rientrano anche nella categoria dei Comuni montani con esclusione dei Comuni nei quali siano presenti più di due uffici postali e il rapporto abitanti per ufficio postale sia inferiore a 800) o dalla scarsa densità abitativa. La riorganizzazione garantisce l’accesso della clientela al servizio universale coprendo ben il 96% dei Comuni italiani e, più in particolare, l’87% dei Comuni con popolazione inferiore a 1000 abitanti, con livelli di servizio superiori agli standard fissati dal Contratto di programma e dalle norme in materia».
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