Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 06 Agosto 2015
Il Pd perde altri pezzi, Simonini lascia
Lo aveva fatto Matteo Oreggioni da responsabile del circolo di Morbegno, seguendo la strada di Pippo Civati e ora anche Martina Simonini, figura di spicco della politica e del movimentismo della provincia di Sondrio , lascia il Pd. Lo fa seguendo anch’essa Civati e il suo “Possibile” .
«L’attuale governo sta facendo l’esatto contrario rispetto al programma presentato da Bersani - scrive Simonini sulla sua pagina Facebook -. In coscienza, non è proprio possibile riconoscersi nel Pd. Se dovessi votare oggi, anche se con numerose perplessità, voterei M5S. Come me tanti altri che magari non trovano il coraggio di dirlo. La mia nuova casa sarà Possibile che auspico si trasformi presto da associazione in nuovo soggetto politico dove la coerenza tra quello che si dice e quello che si fa sia la prima regola. Lo faccio con una certa amarezza: dopo 40 anni di militanza (FgciI, Pci, Pds, Ds, Pd). Ai compagni di tante lotte che rimangono nel Pd con spirito di resistenti e resilienti e che cercheranno di ricondurre il Pd ai principi fondativi, non posso che augurare sinceramente che abbiano successo, perché se così fosse, le nostre strade si riuniranno».
L’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo la votazione del Senato che l’altro giorno ha licenziato in via definitiva la cosiddetta riforma della pubblica amministrazione. «Altre deleghe in bianco al governo con indicazioni esplicite volte al rilancio dei processi di privatizzazione - sottolinea Simonini da sempre in prima linea nei comitati di difesa dell’acqua pubblica -.Non si obbliga più alla privatizzazione come fece il governo Berlusconi nel 2009, ma si favoriscono processi che puntano ad raggiungere il medesimo obiettivo attraverso incentivi e premi o ritorsioni e rappresaglie. In sostanza, si deve privatizzare o con le buone o con le cattive. Non se ne può più».
© RIPRODUZIONE RISERVATA