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Martedì 03 Dicembre 2013
Il Lecco che non vince
L’analisi di Di Ceglie
L’esperto centrocampista parla sul momento difficile - «Se non arrivano i risultati la colpa è nostra. Ma in questa situazione pesano tante cose»
L’intera intervista sull’edizione de La Provincia di Lecco di martedì 3 dicembre
Il Lecco è diventata una squadra che gioca ma non segna, domina ma non vince. Con l’aggravante che prende sempre gol. È il caso dell’1-1 contro la Sambonifacese.
I perché sono molteplici, come in tutte le storie del calcio e della vita. Ma una spiegazione, forse, c’è. I “senatori” (ma i più “vecchi” hanno 25 anni), non hanno ancora preso per mano la squadra.
Leo Di Ceglie è uno dei “vecchi” che potrebbe prendersi questa responsabilità, insieme ai vari Mauri, Capogna, Castagna, Galli, e via dicendo: «Non so che dire. Domenica abbiamo giocato bene, ma concluso poco. Però anche l’anno scorso non c’era una personalità di spicco. C’era Andrea Rota, che però non usava il bastone, ma la carota. Non saprei dire se sia questo il motivo della nostra sterilità. Siamo tutti i giorni a parlarne».
Di Ceglie esce dal campo per un momento e parla di quel che non va: «In questo momento ci pesano tante cose, tutte messe insieme, comprese le vicende societarie.. Poi ognuno reagisce a modo proprio, ma ogni settimana parliamo di mille cose che non sono il calcio. Qualcosa la società dovrà fare…».
Il centrocampista bluceleste non vuole essere frainteso: «Se non arrivano i risultati però è colpa nostra. Dovranno prendere provvedimenti verso di noi. Ma la mia esperienza è che non basta un nuovo acquisto di esperienza per cambiare le cose: quando ero a Trezzo non c’era una persona sola da seguire. C’erano i tre o quattro che tiravano il gruppo. Uno non basta mai».
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