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Martedì 26 Marzo 2013
Il lavoro più bello del mondo?
E' fare il guardiano di dighe
Alpinista e scialpinista, scrittore e fotografo, in "Guardiano di dighe" Forno racconta le esperienze di una vita intera accompagnata dalla passione per la montagna, e una professione poco ordinaria che da diversi anni è il suo mestiere, prima al Lago della Vacca e ora alla diga Edison in Val dei Ratti, in Valchiavenna
Edito da Bellavite, come "Fiori di ciliegio" e "L'altra montagna", "Guardiano di dighe - Il lavoro più bello del mondo" ha una storia particolare, legata al film "Guardiano di stelle" di Pino Brambilla, che ha portato alla luce un'idea spuntata molto tempo fa. «Da parecchio tempo, fin da quando lavoravo al Lago della Vacca, i colleghi mi dicevano "scrivi un libro sul lavoro del guardiano" - racconta lo scrittore -, ma il pensiero era sempre rimasto in un cassetto. Poi mi hanno contattato per il documentario, e ho capito che era arrivato il momento di scrivere quella storia».
Un racconto costruito come una lunga intervista, con un giornalista che sale in Val dei Ratti per incontrare quell'alpinista protagonista di tante spedizioni in tutto il mondo che ora fa il guardiano della diga: conversazioni che descrivono giornate in mezzo alla natura e la bellezza di un paesaggio in cui il mondo "solito" sembra lontanissimo, ricordi delle spedizioni sull'Himalaya e delle avventure negli Usa, fra una Chevrolet Monte Carlo e un crepaccio sullo Shisha Pangma. E il mestiere del guardiano: turni alla diga e giorni di riposo a casa, verifiche a orari stabiliti sul livello dell'acqua e sul funzionamento delle apparecchiature, la concitazione dei giorni di temporali, quando la diga sembra «una bestia inferocita che si era svegliata all'improvviso».
Sullo sfondo, ma da protagonista, c'è sempre la montagna, le mattinate estive, le notti d'inverno, la pace dei tramonti alla Palazzina, dove abitano i guardiani, a guardare le luci di case, strade, automobili che brillano minuscole sul fondovalle.
Basta guardare le "cartoline virtuali" dalla Valle dei Ratti che Forno pubblica sul suo sito web (www.oresteforno.it), immagini capaci di trasportare tutti lassù, per un attimo. Molti, poi, vorrebbero restarci più a lungo: «In tanti attraverso il sito mi chiedono come si fa a diventare guardiano, se c'è la lista d'attesa, dove si deve far domanda... Si vede che attira, questa realtà, d'altra parte ho dei colleghi che potrebbero andare in pensione e non ci pensano nemmeno», racconta sorridendo lo scrittore.
«Credo che da giovane non l'avrei fatto manco legato, un lavoro del genere. Adesso è perfetto». Ride, Forno, ad immaginarsi l'Oreste ventenne alle prese con un mestiere così, con tanto tempo da contemplare dallo stesso posto.
Tempo che si riempie di pensieri, di incontri con chi sale a scoprire la valle, di paesaggi da ammirare. Di parole da mettere in fila e limare con pazienza: è proprio in Val dei Ratti che sono nati gli ultimi libri di Oreste Forno, insieme a tante fiabe dedicate ai suoi figli. Loro sono cresciuti, ormai, ma le favole restano: l'ultima l'ha scritta per gli alunni di una scuola materna di Erba, «una fiaba sulle goccioline d'acqua che scendono dal cielo e arrivano nella diga», racconta, un modo per avvicinare i bimbi all'ambiente.
A camminare sul Tracciolino della Val dei Ratti invece arrivano spesso ragazzini un po' più cresciuti: «C'è un bel viavai di alpinismo giovanile, negli ultimi anni - spiega Forno -, a me piace sempre incontrare i ragazzi, accompagnarli a fare il giro della diga, spiegare il mio lavoro e raccontare come si vive qui, ed è bello vedere che si appassionano, che capiscono l'importanza dell'acqua e iniziano a riflettere sulla natura». E fra una giornata sulla diga e un incontro con gli escursionisti, quest'inverno ha preso forma un altro libro. Un'altra storia da raccontare, per il guardiano della diga.
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