Cronaca
Mercoledì 22 Febbraio 2017
«Il geometra comunale
progettava per i privati»
La Finanza in Comune
TremezzinaSotto sequestro documenti, smartphone
e computer del responsabile del settore edilizia privata
L’indagine si allarga a diversi professionisti comaschi
Il responsabile del settore edilizia privata del Comune di Tremezzina, il geometra lennese Matteo Bordoli, 51 anni, è finito al centro di una indagine della guardia di finanza di Menaggio che ipotizza reati di falso, abuso d’ufficio e peculato.
Coordinate dalla procura della Repubblica, le fiamme gialle hanno effettuato in questi giorni alcune perquisizioni con relative acquisizioni di atti, nelle sedi municipali di Lenno e di Tremezzo e a casa di Bordoli, sequestrandogli un pc e uno smartphone.
Con lui, sul registro degli indagati, in posizione a quanto pare più defilata, è finito anche Francesco Erba, 37 anni, residente a Lenno, dipendente comunale già responsabile delle concessioni paesaggistiche. Per sommi capi, l’ipotesi d’accusa sarebbe questa: Bordoli sarebbe l’autore “occulto” di un numero ancora imprecisato di progetti di ristrutturazione o di costruzione ex novo, realizzati in nome e per conto di privati sul territorio del Comune, progetti che, in quanto dipendente dell’ente pubblico, non avrebbe potuto firmare, e che per questo venivano sottoscritti, in sua vece, da professionisti esterni (sarebbe il caso di un ingegnere lennese con studio a Como, sulla cui iscrizione nel registro degli indagati mancano per ora conferme).
È comunque un dato di fatto che al vaglio degli inquirenti ci siano le posizioni di diversi altri soggetti, a partire dai professionisti che componevano la precedente commissione urbanistica del Comune (non l’attuale, che risulta del tutto estranea agli addebiti), professionisti che un ruolo avrebbero avuto nel pilotare il rilascio delle autorizzazioni a seconda della loro “provenienza”. L’attività di indagine era stata avviata lo scorso anno sulla scorta di un esposto, redatto in conseguenza di un nuovo intervento nella zona alta del paese, in via degli Alpini, verso la salita che conduce al Santuario del Soccorso.
Il tema della edificabilità di quel che resta della “Zoca de l’Oli”, una della zone di maggiore pregio paesaggistico di tutto il Lario (e di tutta la Lombardia e forse anche oltre i confini regionali), è da anni al centro di un dibattito spesso feroce: da una parte i fautori di una politica di apertura verso gli investitori che - russi, americani, arabi - bussano alle porte dei Comuni del lago con le tasche zeppe di dobloni; dall’altra i teorici di una tutela più rigorosa del territorio, convinti che negli ultimi dieci, quindici anni, la “Zoca”, più che cementificata, sia stata addirittura vandalizzata da un “interventismo” edilizio davvero indiscriminato.
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