Homepage / Sondrio e cintura
Mercoledì 06 Febbraio 2013
Il Fondo Fiducia Valtellina
modello per tutta la regione
Il Fondo Fiducia Valtellina diventa un modello di sostegno alle piccole imprese in prospettiva regionale. Il sistema, nato in provincia di Sondrio, ora viene esportato con l'intenzione di adottarlo ed estenderlo ai territori lombardi in cui la crisi delle piccole imprese si fa più sentire
Sondrio - Il Fondo Fiducia Valtellina diventa un modello di sostegno alle piccole imprese in prospettiva regionale. Il sistema, nato in provincia di Sondrio, ora viene esportato con l'intenzione di adottarlo ed estenderlo ai territori lombardi in cui la crisi delle piccole imprese si fa più sentire. La regìa, gli strumenti, gli accordi con banche e Confidi faranno riferimento alla Regione, ma il meccanismo di funzionamento è quello studiato e messo in campo in Valtellina. Sarà la Lega di Roberto Maroni a lanciarlo e a replicarlo su tutto il territorio lombardo, convinta dagli ultimi dati raggiunti da questo meccanismo anti-crisi. I dati: erano cinquanta le domande presentate già un mese prima dell'apertura del bando. Il mese dopo, a fine ottobre, le piccole imprese - commercianti e artigiani - che hanno chiesto di accedere al Fondo Fiducia Valtellina sono arrivati ad oltre 150, per un controvalore complessivo di quasi 14 milioni di euro. A fine gennaio, dopo cinque mesi di attività del Fondo, le domande sono arrivate a oltre 600, per 50 milioni di valore.
Il Fondo Fiducia Valtellina ne ha già garantiti quasi 30 milioni, ha risposto a oltre 370 domande, tutte di piccole imprese e di attività commerciali in difficoltà, in apnea di credito ma con scadenze, impegni finanziari, tasse o oneri contributi da pagare e buste paga da onorare a fine mese. La cosiddetta esigenza di liquidità corrente.
Il Fondo diventa così un'àncora di salvezza per il sistema economico del territorio, che consentirà di liberare risorse per almeno il suo triplo, oltre 150 milioni di euro, la metà almeno destinati a nuovi investimenti produttivi o a programmi di sviluppo aziendale. Il resto per esigenze immediate sulle partite correnti. Restano oggi da evadere altre 230 domande per una richiesta di 21 milioni di euro: solo il tempo tecnico imposti dalla procedure dei Confidi e poi l'aiuto finanziario è disponibile.
Uno strumento che funziona. Voluto fortemente dall'amministrazione provinciale intorno al tavolo anti-crisi del territorio, e reso poi operativo dalla collaborazione di tutto il mondo economico locale (dalla Camera di Commercio e dalle associazioni di categoria) ha messo sul tavolo delle imprese finanziamenti da un minimo di 10mila a un massimo di 500mila euro per gli investimenti e una durata fino a 10 mesi. In questi casi il tasso applicato - frutto di un accordo con le due banche locali, Creval e Bps - è dato dal saggio Euribor a tre mesi più uno spread del 3,5%. I finanziamenti per liquidità arrivano al massimo a 150mila euro, sempre con durata di 10 mesi, ma il tasso d'interesse è dato dall'Euribor più il 3,75%. Condizioni sul costo del credito decisamente più vantaggiose - fin quasi il 50% di differenza - rispetto a quanto offre il mercato ordinario.
«Un modello che abbiamo fortemente voluto - spiega il presidente della Provincia, Massimo Sertori - ben consapevoli delle potenzialità che avrebbe espresso nell'andare incontro alle esigenze e ai problemi delle piccole imprese del territorio.
I dati sul ricorso a questo strumento dimostrano chiaramente che ormai le nostre aziende hanno già utilizzato ed esaurito la loro principale forza di ammortizzatore sociale, di far fronte alla crisi economica». Sertori, leghista, sa bene quanto sia importante in questo momento ristabilire un legame con il mondo dell'impresa, con quegli imprenditori forse un po' troppo trascurati in passato anche sul territorio da lui governato come capitano di Palazzo Muzio. Sa quanto sia importante il ritorno ad una campagna più identitaria e concentrata sullo sviluppo locale.
«La priorità è diventata il sostegno alle attività produttive del territorio - spiega Sertori -. Ed è per questo che ora, forse ancora più di quando è partito il Fondo Fiducia Valtellina, occorre restare in campo e rafforzare questi strumenti di sostegno alle piccolissime imprese locali. Non solo: anche le tutele sociali vanno rafforzate: esiste tutta una serie di preoccupazioni di gente che non riesce più trovare lavoro e a tirare la fine mese. La Regione deve fare qualcosa di più di quanto fatto finora».
È questo uno dei passaggi decisivi anche della nuova era del segretario Maroni: ricostruire il rapporto con chi al Nord produce ricchezza, sia grande o piccolo, puntando sulla concretezza delle proposte. Così anche quel piccolo ma efficace Fondo Fiducia Valtellina diventa un modello da "esportare". E infatti non è passato inosservato oltre il confine della provincia di Sondrio. Era tenuto d'occhio già da prima della crisi in Regione Lombardia. Il dossier Fondo Fiducia Valtellina era entrato nelle stanze del Pirellone. E' stato studiato, analizzato e messo in evidenza. Poi il crollo politico del Pirellone.
Ora quel fascicolo rispunta come parte determinante del programma della rinnovata Lega di Maroni.
Lo ha inserito Giancarlo Giorgetti, il referente del Carroccio per i temi economico-finanziari. Ne ha già pronto un provvedimento da presentare al rinnovo del governo del Pirellone, perché il malessere sul credito da parte delle piccole e medie imprese storicamente localizzate è ormai luogo comune. E quel modello la Lega vuole estenderlo a livello regionale: un Fondo Fiducia Lombardia. «Mi hanno chiesto di spiegarglielo e di illustrare il meccanismo che stava dietro - racconta Sertori -, quali i termini dell'accordo che abbiamo fatto con le due banche locali, quale fosse l'intesa con i Confidi delle associazioni di categoria, artigiani, commercianti e industriali». Il progetto ora è in programma, fra le azioni per riprendere contatto con il territorio e presa sui dossier più qualificanti dello sviluppo locale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA