Il fisco con lo sconto. Basta comprare
pubblicità sul giornale
Credito d’imposta al 90% del valore investito se è superiore a quello dell’anno scorso.
Agevolazioni fiscali per chi incrementa gli investimenti pubblicitari sulla stampa: una chance importante che si apre sotto forma di credito d’imposta con l’articolo 57-bis del decreto legge 24 aprile 2017, numero 50, convertito con modifiche dalla legge 21 giugno 2017 numero 96.
Con l’articolo 4 del decreto legge 16 ottobre 2017, numero 148, si è poi messo a fuoco lo stanziamento delle risorse che vengono destinate a quest’azione specifica: per il 2018 si tratta di 62,5 milioni di euro. Di questi, 50 milioni sono ritagliati per gli investimenti sulla stampa (20 per quelli effettuati nel secondo semestre del 2017, a cui bisogna aggiungere 30 riservati a quelli da effettuare nel corso del 2018).
Sono appunto possibilità importanti che si aprono per le aziende, con diverse caratteristiche, e per i quotidiani come il nostro. Potranno beneficiare di questo credito d’imposta coloro che sono titolari di reddito d’impresa o di lavoro autonomo e che affronteranno investimenti in campagne pubblicitarie – qui sta il punto fondamentale - il cui valore superi di almeno l’1% quelli eseguiti nell’anno precedente, e sugli stessi mezzi di informazione. Insomma, chi punta più ancora di quanto abbia fatto in passato può trarne beneficio. E come? Il credito d’imposta è pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati. Con un’ulteriore aggiunta: sale infatti al 90% se si tratta di microimprese, piccole e medie aziende e startup innovative.
Il credito d’imposta liquidato – precisa a questo riguardo la legge - potrà essere inferiore a quello richiesto nel caso in cui l’ammontare complessivo dei crediti richiesti con le domande superi l’ammontare delle risorse stanziate. In tal caso, si provvede ad una ripartizione percentuale delle risorse tra tutti i richiedenti aventi diritto.
Per questa fase, il beneficio si riferisce non solo all’anno prossimo, ma – come si anticipava – anche al periodo tra il 24 giugno (quindi dal giorno successivo a quello in cui è entrata in vigore la legge) e il 31 dicembre: vale la medesima soglia di incremento per l’investimento riferita all’anno precedente.
Sono escluse dal credito d’imposta le spese sostenute per l’acquisto di spazi destinati a servizi particolari quali televendite, servizi di pronostici, giochi o scommesse con vincite di denaro, di messaggeria vocale o chat-line con servizi a sovraprezzo.
L’opportunità più ghiotta, in questo scorcio di fine anno, spetta alle piccole e medie imprese che lo scorso anno non avevano investito in pubblicità: per loro, ogni cento euro investiti ora ne valgono 90 in credito d’imposta.
Il credito sarà esigibile a compensazione delle tasse dovute al fisco (versamenti Iva, ritenute fiscali, contributi previdenziali). Erogati 20 milioni di euro per il 2017 e il credito sarà liquidato dal 2018.
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