Il dolore di Piuro per la morte di Matteo Lisignoli, precipitato con il deltaplano

La tragedia al decollo, forse per un sasso su cui è inciampato. Il cordoglio del sindaco e dell’ex opposizione: «In consiglio i suoi interventi erano sempre profondi»

Sgomento in Valchiavenna e a Piuro, in particolare, suo paese d’origine e di residenza, per la tragica scomparsa di Matteo Lisignoli, 60 anni, sposato con Michela Sterlocchi, padre di due figli, Michele e Maria, titolare di un avviato studio di grafica e con la passione innata per il deltaplano.

Volava da anni, infatti, Matteo, quasi 40, era esperto ed era istruttore di deltaplano autorizzato a condurre velivoli leggeri per il trasporto di persone e questo stava facendo ieri, alle 13.23, quando è scattata la richiesta di soccorso da Alpe Piazza di Montemezzo, in provincia di Como, luogo prediletto dagli appassionati di parapendio e deltaplano per involarsi verso Gera Lario e l’oasi del Pian di Spagna. Qualcosa è andato storto in fase di decollo e per Matteo non c’è stato nulla da fare. Ha urtato una roccia col capo ed è morto praticamente sul colpo e a questa morte, ieri pomeriggio, nella valle del Mera, nessuno voleva e riusciva a credere.

«Mi spiace moltissimo - il commento a caldo del sindaco di Piuro, Omar Iacomella -, non sapevo ancora di questa tragedia e resto davvero basito. Matteo Lisignoli è stato con noi, in consiglio comunale, fino allo scorso mese di giugno, nelle fila dell’opposizione, ma si è sempre trattato di un confronto costruttivo, all’insegna della collaborazione e nell’interesse del bene comune. Ricordo interventi molto sensati, profondi, mai banali. Questa è proprio una bruttissima notizia. A nome della comunità intera - ha poi scritto il sindaco sul canale whatsapp istituzionale -, del consiglio comunale e dei dipendenti tutti arrivi il più grande sentimento di cordoglio alla famiglia, alla moglie e ai figli».

E costernato è anche Alessandro Del Curto, che sedeva con lui nei banchi dell’opposizione in consiglio comunale per la lista “Piuro si cura”. «Ho saputo da poco della tragedia - dice - e sono molto dispiaciuto. Di Matteo voglio ricordare il grande impegno che ha riposto nella vita amministrativa e il suo amore per la montagna. Era un tutt’uno con la montagna e sentiva il territorio di appartenenza come suo. Per la conservazione della cascata dell’Acqua Fraggia si è sempre battuto in prima persona, teneva tantissimo alla salvaguardia ambientale tant’è che aveva delega a 360 gradi sugli aspetti della gestione del territorio. Ricordo che ci eravamo impegnati tanto per introdurre il numero chiuso, al parco della cascata, non riuscendovi, perché ritenevamo che un afflusso su prenotazione fosse del tutto possibile, come accade altrove, e preferibile però è stata scelta un’altra strada e pazienza, le cose sono andate così».

Profondo anche il ricordo che conserva di Matteo Lisignoli Filippo Mari Pighetti, direttore del Consorzio turistico della Valchiavenna, per il quale il grafico, il creativo che era in Matteo, ha lavorato per anni. «Matteo è stato il grafico che ha seguito la genesi del magazine “Valchiavenna Vacanze” dal 2005, anno di fondazione del trimestrale, ed è rimasto con noi, sul progetto, fino alla fine dello scorso anno - assicura Pighetti -, poi, ci ha detto che avrebbe lasciato perché voleva dedicarsi di più alla sua grande passione per il volo, per il deltaplano. Proprio così. Questa era stata la sua motivazione e, ora, apprendere di questo triste epilogo è durissima per noi. Lo ricordiamo più che come grafico, come un creativo, un vero artista. Non aveva orari, si innamorava di un progetto e vi si buttava a capofitto, aveva la fila di persone fuori dal proprio studio, che gli chiedevano udienza per questo o quel progetto grafico e diceva di sì a tutti, poi, però, lo si doveva inseguire per chiudere i capitoli aperti, perché lui era un artista punto e basta».

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