Caro Direttore,
sono di Civate e vorrei esprimere alcune considerazioni in merito all'articolo, nuova cava del Cornizzolo, da Lei pubblicato sul Suo giornale il 30 marzo 2012.
Premetto che non sono un fanatico ambientalista ma una persona che ci tiene al proprio territorio, quindi dico che sono stanco di sentire (ormai da 30 anni) ogni qualvolta che si presenta l'occasione di iniziare nuovi metodi di escavazione (notare l'ultimo si parla di 20 milioni di tonnellate di materiale) che,quasi quasi come ce lo stanno illustrando sembra che la nuova cava diventerà un "parco".
Dico basta a queste multinazionali che in questo caso è la Holcim che va in giro a cercare consensi per una nuova escavazione tra le varie associazioni o amministratori, anche se devo dire, tranne qualcuno purtroppo, la maggioranza di esse ha rifiutato. Parlano di usare metodi nuovi per l'estrazione «poco esplosivo – gallerie - nastri trasportatori e sentite in caso di vento forte verrà sospeso il lavoro per non creare disagi con le polveri».
Ma proprio loro, che come esempio, nel modo in cui lavorano basta salire dalla SS36 Milano Lecco e vedere lo scempio che hanno creato. Concludo dicendo a tutte le forze politiche locali e istituzionali preposte,che prima di intraprendere qualsiasi dialogo o tavole rotonde dove ci illustrano nuove escavazioni, devono obbligare questa azienda al ripristino totale dell'aree danneggiate precedentemente.
Marco Pigazzini
Civate
Caro lettore,
sul fatto che la montagna sia di tutti, non vi è dubbio. Così come legittime, nel caso specifico, sono le istanze portate avanti dal Comitato da una parte e dall'azienda dall'altra. Noi abbiamo sempre seguito, passo dopo passo, il succedersi degli eventi, e così continueremo a fare. Registrando la cronaca e cercando di non tirare mai la croce addosso a chicchesia.
Ecco perché, se Holcim vorrà risponderle, noi siamo qui pronti a concedere lo spazio.
Edoardo Ceriani
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