Una razza primitiva di pecore, i montoni scozzesi di Soay che vivono sull'isola di Hirta nell'arcipelago di St. Kilda, risentirebbero delle variazioni stagionali, in particolare, di inverni più corti e più miti, e come risposta crescerebbero di meno, malgrado i vantaggi evolutivi di avere un corpo più grande. Questa primitiva razza di pecore, molto studiata fin dal 1985 , rappresenta nella linea evolutiva di questi animali il baluardo vivente di una razza antica, prima che venisse introdotta quella moderna.
Arpat Ozgul e colleghi de l'University of Edinburgh, Edimburgo e de l' University of Cambridge, Cambridge, Edimburgo GB hanno studiato il peso corporeo degli esemplari femmina di questa popolazione di pecore e i dati relativi alla loro vita considerando le tappe significative come la nascita, riproduzione ecc. I dati raccolti sono stati messi in un modello computerizzato, progettato per prevedere come può cambiare nel tempo la taglia corporea di un animale sia per gli effetti della selezione naturale, sia a causa di altri fattori che influenzano la sopravvivenza e la riproduzione allo stato selvatico. Secondo il modello, queste pecore sono diventate più piccole negli ultimi venticinque anni. Un "rimpicciolimento" che non è altro che la risposta ecologica ai cambiamenti che si sono verificati nell'ecosistema nell'ultimo quarto di secolo, anche a causa dei cambiamenti climatici, e ai quali la selezione naturale ha contribuito ben poco.
In altre parole, spiegano i ricercatori, le pecore sono cresciute di meno rispetto a quanto accadeva una volta, perché gli inverni sono diventati più corti e più miti e, quindi, le pecore non avevano più bisogno di accumulare peso nei primi mesi di vita per arrivare al loro primo compleanno. E dati i cambiamenti in atto, anche una crescita rallentata può garantire la sopravvivenza di questi animali.
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