Cronaca / Valchiavenna
Domenica 03 Giugno 2018
Il calciatore ucciso. Don Amedeo: «No a sconti e buonismi»
Mese, almeno mille persone ai funerali di Nicola. Amici e calciatori si sono stretti alla famiglia in lacrime. Il parroco: «Questo giovane generoso doveva vivere».
«Addio bomber Della!». Straziante e molto partecipata la cerimonia funebre tenutasi ieri a Mese per l’ultimo saluto a Nicola Della Morte, il giovane idraulico e calciatore valchiavennasco ucciso domenica sera a Ottava, borgata di Sassari, da un 25enne del posto.
Almeno un migliaio di persone si è radunato attorno alla chiesa di San Vittore per tributare l’omaggio al 23enne vittima di un barbaro omicidio scaturito da futili motivi. Il corteo funebre è stato aperto dallo stendardo dell’Ac Mese, squadra in cui Della Morte aveva militato, ma nessuno ha voluto mancare. Dai coscritti del 1994, agli amici di infanzia fino ai tanti compagni di squadra incontrati durante la carriera del centravanti. Una carriera proseguita nell’Us Chiavennese fino alla decisione di trasferirsi in Sardegna, almeno per parte dell’anno, per seguire la fidanzata Eleonora. Qui il passaggio nelle file della Polisportiva Ottava, che proprio domenica aveva chiuso il campionato con un goal di Della Morte.
Anche la fidanzata era presente ieri, accompagnata dai genitori, arrivati venerdì con la salma dopo l’esame autoptico disposto dalla magistratura.
La messa è stata officiata dal parroco del paese don Amedeo Folladori, che ha voluto ricordare la figura di Nicola come «un magnifico bambino, un ragazzo pieno di vita e, infine, un giovane lavoratore e un grande calciatore. Una persona con tante promesse. Un giovane buono di cuore e generoso».
Una generosità che forse gli è costata la vita, visto che proprio per difendere la fidanzata e la sua famiglia il giovane Nicola era intervenuto domenica sera nei confronti di Daniele Ventriglia, reo confesso dell’omicidio. Sulla vicenda duro il giudizio di don Folladori: «Ai giovani dico di non seguire sentimenti di odio o di vendetta, ma chiediamo una giustizia umana che colga nel segno, perché non è possibile togliere la vita, tanto più a un giovane. Non è possibile che la sacralità della vita venga messa in discussione. Chiediamo alla giustizia italiana di fare il proprio corso, ma attenzione. Tutti noi gridiamo: senza sconti, senza buonismi, perché questo giovane doveva vivere!».
Don Folladori ha voluto leggere un messaggio postato da Nicola su Facebook lo scorso anno, quando morirono in un incidente stradale l’amico Federico e l’amica Francesca, soffermandosi sulla necessità di stare vicini ai genitori Patrizia e Remo come si sta facendo con la famiglia dei ragazzi scomparsi allora. «Purtroppo moriranno ancora dei giovani – ha ricordato don Folladori rivolgendosi ai giovani – e per questo vi dico di vivere appieno la vostra vita ora, senza rimandare quello che potete già fare».
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