Alla fine, Napolitano, salvò il suo Pd. Le elezioni le hanno vinte Grillo e quel diavolo di Berlusconi, e allora il Presidente della Repubblica tira fuori una commissione di saggi per proporre una serie di riforme indispensabili! È noto a cosa sono sempre servite le commissioni in Italia, a perdere tempo, poi a nulla concludere. Ma con questa mossa il Presidente di questa povera Italia, protettorato della Grande Germania, ha accontentato Grillo il quale non potrà che benignamente accettare un governo a guida Pd.
Carlo Mario Passarotti
Bersani ha sbagliato due volte, durante e dopo la campagna elettorale. Non può sbagliare una terza volta, nell'elezione del presidente della Repubblica. La scelta di Napolitano - non dimettersi subito e varare due commissioni di saggi - capovolge l'agenda politica: precedenza alla nomina del capo dello Stato anziché al governo. Le due opzioni sono collegate.
Se la prima verrà condivisa da sinistra e destra, la seconda risulterà un esecutivo istituzionale (o di scopo, come viene chiamato) della possibile durata d'un anno. Se no, si tornerà a votare. Forse in autunno, e sino ad allora andrà avanti Monti. Allontanare le urne favorisce i rinnovatori del Pd (Renzi, ma anche i "giovani turchi") che mirano a succedere a Bersani e ai "rottamandi"; non favorisce il Pdl che non sfrutterebbe la scia della rimonta di febbraio.
Al Pdl gioverebbe mediare su un presidente non sgradito (proposto da altri), anziché insistere per un presidente gradito (proposto da esso stesso). Viceversa, rischia di pagare per sette anni le conseguenze d'uno strappo che in Parlamento la sinistra ha i numeri per provocare (le mancano una decina di voti, e li troverebbe).
© RIPRODUZIONE RISERVATA