Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 24 Ottobre 2013
I titolari dell’Island bar
«Non vogliamo più slot»
I titolari del bar di Ronco, nel comune di Buglio, hanno tolto tutte le macchinette del gioco
«Troppe persone si sono rovinate la vita e la salute, speriam che anche altri bar ci seguano»
«Da noi le slot non ci sono, abbiamo visto troppa gente stare male». Al bar Island di Ronco, frazione di Buglio, le “macchinette” non ci sono più. Niente a che vede con la legge regionale da poco approvata (ma non ancora operativa) che impone il divieto delle slot machine entro mezzo chilometro da istituti scolastici e centri ospedalieri, oltre a disincentivarne la presenza all’esterno con sgravi fiscali.
Nel locale della Bassa valle la decisione è stata presa a prescindere e del tutto in controtendenza nel panorama degli esercizi pubblici del circondario. «La Regione fa bene a mettere dei paletti. Speriamo che gli incentivi statali di cui si parla vengano distribuiti - dicono Valetina Bertolini e Andrea Borromini, giovane coppia che gestisce il locale di Ronco -, ma la nostra scelta l’abbiamo già fatta». Stanchi di vedere i clienti rovinarsi con le “mangiasoldi”, i due baristi hanno messo da parte il guadagno («che non era indifferente, si va dai 1.000 euro in su, senza fare niente») per concentrarsi sul benessere della clientela.
E ne hanno viste di persone ammalarsi per la passione di un gioco che guarda poco l’anagrafe, «c’erano ragazzi, padri di famiglia addirittura dei nonni. C’è chi è stato davvero male, chi ha avuto problemi economici seri: non ci vuole molto a capire che un uomo con moglie e figli che butta via 6/700 euro in una sera abbia problemi seri. Abbiamo visto molta gente triste, depressa, sull’orlo di perdere tutto e nessuno riusciva a smettere. A un certo punto non ce la siamo sentita di continuare a vedere queste cose e di sentirci in qualche modo in parte responsabili». I due ragazzi lanciano un appello ai colleghi : « Sarebbe bello che tutti ci accompagnassero in questa scelta, le slot sono diventate veramente un grosso problema. Complice la crisi, il bisogno di arrotondare lo stipendio sono cresciuti i desiderosi di guadagno facile o amanti della dea bendata. È ora di chiudere questo circolo vizioso», dicono convinti Valentina e Andrea.
Nonostante i giocatori in assenza di macchinette non abbiano più messo piede all’Island per trasferirsi in altri bar, «pazienza, crediamo, però, di avere fatto una cosa giusta. E soprattutto ci auguriamo che i giocatori, con l’appoggio di amici e familiari, si facciano aiutare da centri specializzati per le dipendenze dal gioco, ammettere di avere un problema vuol dire essere già a metà strada per la guarigione».
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