I sindaci contro il nuovo ponte di Paderno: «Proposta irricevibile»

Troppo traffico, è quello che i sindaci del meratese temono porti il nuovo ponte San Michele. «La costruzione di un ponte senza limitazioni di percorrenza ai mezzi leggeri e pesanti porta ad un incremento significativo di traffico, che è stato confermato come pari al 60% nelle ore di punta, in linea con i precedenti studi di RFI, con le analisi già fatte da alcuni nostri Comuni e con quelli della Provincia di Monza e della Brianza sull’impatto sulla viabilità locale della Pedemontana - tratta D.

Il dato nuovo emerso dall’incontro è che, sulle 24 ore, i passaggi previsti di mezzi aumentano dagli attuali 5.700 a 13.950, con un incremento pari a quasi il 150%, cioè due volte e mezza il traffico attuale. Di questo il 15% è previsto sia traffico pesante», sostengono i primi cittadini di Paderno d’Adda, Verderio, Robbiate, Imbersago, Merate, Lomagna e Osnago. Costruire il nuovo ponte a doppio binario e doppia corsia a 30 metri da quello attuale senza inserirlo in uno studio più ampio della viabilità di collegamento con la tratta D Breve della Pedemontana e l’uscita della Tangenziale Est è «irricevibile».

«Come Sindaci siamo intervenuti in audizione per esprimere chiaramente come questa proposta sia profondamente critica per il nostro territorio e per i nostri paesi e quindi, ad oggi, irricevibile. Non è pensabile che questa mole di traffico in arrivo dalla provincia di Bergamo e diretta verso l’autostrada A4, la Tangenziale Est e la futura Pedemontana, tra cui più di 2.000 camion al giorno, venga scaricata sulla nostra viabilità locale, sulle provinciali che attraversano molti dei nostri centri abitati e su tutti i comuni che si trovano sull’ideale asse di congiunzione tra la fine della tangenziale est e il futuro ponte» sostengono i primi cittadini. Vogliono uno studio sulla viabilità: «Serve da subito un tavolo di studio e discussione che ci coinvolga (con allargamento anche a Cernusco Lombardone) per progettare le opere viarie su tutto il quadrante compreso tra la tangenziale Est e il nuovo ponte, partendo dalle previsioni dei PTCP provinciali e dalle richieste già condivise con la Provincia di Lecco e da queste portate a Regione». Esiste poi anche il rischio concreto che serva una deroga al San Michele attuale per funzionare anche dopo il 2030.

© RIPRODUZIONE RISERVATA