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Sabato 16 Febbraio 2013
I politici sotto i riflettori
Pubblici i redditi di famiglia
I candidati preparino le carte. Perché, in caso di elezione, dovranno rendere pubbliche le dichiarazioni dei redditi e lo stato patrimoniale. E non solo quelli personali, ma anche quelli dei parenti fino al secondo grado
Nonostante le proteste dei partiti, arrivate anche dai segretari provinciali varesini di Lega Nord, Pdl e Pd, il governo Monti ha tirato dritto e ancora ieri ha ribadito quanto approvato lo scorso 22 gennaio, limitandosi ad introdurre solo piccoli aggiustamenti tecnici rispetto al decreto legislativo che attua la legge 190/2012. Ovvero il testo, approvato nel dicembre scorso, che l'esecutivo ha ribattezzato Codice della Trasparenza.
Ma le dichiarazioni dei redditi delle famiglie dei politici non sono l'unico dato che dovrà essere reso pubblico. Sui siti dei comuni, in una sezione dedicata all'Amministrazione trasparente, dovranno comparire gli atti dei procedimenti di approvazione dei piani di governo del territorio e delle varianti urbanistiche.
Così come quelli relativi alle nomine dei direttori generali di Asl e aziende ospedaliere, oltre che gli accreditamenti delle strutture cliniche. Elementi, questi ultimi, che acquistano grande interesse in Lombardia dopo gli scandali che hanno travolto l'amministrazione regionale uscente.
Più in generale, il decreto istituisce il diritto di accesso civico: «tutti i cittadini hanno diritto di chiedere e ottenere che le amministrazioni pubblichino atti, documenti e informazioni», si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi. Il modello è quello del Freedom of Information Act americano che, salvo casi particolari legati ad esempio a ragioni di sicurezza, «garantisce l'accessibilità di chiunque lo richieda a qualsiasi documento in possesso delle Pa». Che ora diventano, per legge, delle case di vetro. R. Sap.
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