I lecchesi risparmiano il 10,9% del salario.
La provincia è 16esima in Italia
I dati dell’Istituto Tagliacarne: pavesi, cremonesi, milanesi, lodigiani e comaschi sono più risparmiatori. A Sondrio risparmiato il 9,7% dello stipendio
I lecchesi risparmiano, in media, il 10,9% del proprio stipendio. Un dato che piazza la provincia in 16esima posizione in Italia insieme a Lodi e Reggio Emilia, superata da Como e Cuneo (11%) e seguita da Bologna e Torino (10,3%). Nel 2022 in provincia di Lecco sono stati risparmiati complessivamente 832,9 milioni di euro con una variazione del +4,3% sul 2019. L’attitudine al risparmio dei lecchesi in termini percentuali è leggermente peggiorata, a livello nazionale il territorio ha perso due posizioni rispetto all’ultima rilevazione pur mantenendosi nella parte alta della classifica.
Questo è quanto emerge dall’indagine che quantifica la propensione al risparmio delle famiglie a livello provinciale realizzata e pubblicata in questi giorni dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne. La graduatoria ha incoronato i biellesi come popolo più oculato d’Italia, nel 2022 non hanno speso subito il 15,4% del proprio reddito disponibile. Seguono gli abitanti di Vercelli (13,8%) e Asti (13,1%). Sul fronte opposto a Ragusa, Crotone e Siracusa le famiglie sono riuscite a mettere da parte solo il 4,6% dello stipendio.
In Lombardia la media è del 10,8% per un totale di 27,5 miliardi di euro accantonati, la maggior capacità di risparmio è concentrata in Piemonte (11,1%), al terzo posto Emilia Romagna e Liguria (entrambe al 10,1%). Rimanendo nella nostra regione, la provincia più parsimoniosa è Varese con il 12,4% di propensione al risparmio (2,3 miliardi di euro nel 2022) seguita da Pavia 12,1% (1,3 miliardi), Cremona 11,6% (822 milioni), Milano 11,1% (11,8 miliardi), Como 11% (1,4 miliardi), Lodi 10,9% (464 milioni), Lecco 10,9% (832 milioni), Bergamo 10,1% (2,5 miliardi), Brescia 10,1% (2,7 miliardi), Sondrio 9,7% (342 milioni), Mantova 9,1% (750 milioni), Monza e Brianza 9,1% (2,2 miliardi).
«Se in valore assoluto Milano e Roma, concentrano il 18,4% del risparmio del Paese, molto diversa è la situazione rapportata al reddito delle famiglie che, invece, premia la provincia italiana - ha sottolineato Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne – A testimonianza di un ruolo ancora forte di queste realtà più piccole di poter alimentare anche il processo di investimenti delle imprese familiari locali». Nelle prime dieci posizioni della graduatoria troviamo province che nella maggioranza dei casi non superano i 400mila abitanti.
La ricerca sottolinea poi come a riuscire a mettere da parte un po’ del proprio reddito sono soprattutto i residenti nei territori con una rilevante presenza di nuclei familiari stranieri: «In particolare, nelle 48 province che hanno un’incidenza di famiglie composte unicamente da stranieri superiore a quella media nazionale, la propensione al risparmio si attesta al 9,1% contro il 7,5% del complesso delle altre province» si legge nella nota.
I single rappresentano l’altro target che sembra in grado di accantonare risorse in maniera maggiore rispetto alla media: «Nelle 45 province nelle quali la quota di famiglie monocomponente supera la media nazionale, la propensione al risparmio è del 9,1%, contro l’8,1% del dato italiano. Non a caso, forse, le tre province salite sul podio per propensione al risparmio hanno tutte una quota di famiglie di single superiore alla media».
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