
( fotoservizio menegazzo)
I lecchesi bocciano
la prepotenza di Renzi
Tranne eccezioni, è negativo l’umore della piazza: «Fa un po’ paura perché dice bianco e poi nero». Ma Sopravvive un filo di speranza: «Stiamo a vedere»
Matteo Renzi non piace molto ai lecchesi. O, meglio, non piace la sua mossa di “sfiduciare” Enrico Letta e proporsi come presidente del consiglio. La “gente della strada”, vede in questa mossa un che di macchiavellico, ma nessun reale cambiamento all’orizzonte. Tranne rare eccezioni, insomma, il “ribaltone” non è piaciuto ai lecchesi che abbiamo incontrato nelle piazze del centro. Tutti si dicono preoccupati per il futuro e nemmeno l’ “astro nascente” della politica di centrosinistra convince tutti. Come a dire: “Ne abbiamo viste troppe”. La sfiducia è un sentimento che pervade ormai il “popolo”, anche quello più scafato, dei lecchesi.
«Un balletto dannoso»
La giovane studentessa del “Poli” Ilaria Polese, non apprezza la fuga in avanti di Renzi: «Diciamo che, innanzitutto, Renzi non incontra le mie idee politiche. Inoltre questo balletto lo vedo essenzialmente inutile e potenzialmente dannoso». Invece Albert Azizi, di origine kosovara, di professione sacrestano a San Nicolò e in Italia da 17 anni, spera in Matteo Renzi: «In 17 anni che sono qui ho visto sempre le stesse facce in politica. Spero che con Renzi cambi qualcosa e che ci sia un reale cambiamento. Se fallisce lui sono guai. Soprattutto per gli stranieri: per me ci rimandano tutti a casa, se lui non riesce a governare». Mario Gabelli, toscano di origine come il nuovo, possibile, premier, non è d’accordissimo con questa svolta: «Speriamo che mantenga tutto quello che ha detto – afferma – Speriamo cioè che faccia davvero le riforme per il bene dello Stato italiano. Sono convinto, però, che questi ribaltoni in un momento di tale crisi non facciano bene all’Italia. E poi non ho più fiducia in nessuno». La sfiducia è un po’ il sentimento comune in piazza. Quello che unisce gente di diversa estrazione politica. Anche chi non si interessa di politica, come Cinzia Gandolfi, non crede più nelle istituzioni: «Speriamo che Renzi mandi tutti a casa. Le parole che ha detto mi piacciono, ma poi bisogna metterle in pratica. E su questo ho dei grossi dubbi: non credo che riuscirà a farlo…».
«Tanto fumo poco arrosto»
In un ruolo di vigile attesa si pone invece Maria Cristina Martignoni: «Siamo alla canna del gas, ormai – dichiara – Ci alziamo depressi ogni mattina, ma c’è voglia di nuovo. Renzi fa un po’ paura perché un giorno dice bianco e il giorno dopo dice nero. Ma il fatto che sia giovane e abbia voglia di cambiare mi lascia in un atteggiamento di attesa. Vedremo cosa saprà combinare…».
Ma Barbara Manzoni non ha dubbi: per lei Renzi è un bluff. «Non mi piace proprio – sentenzia – Non è un politico vero, ma solo un grande oratore. Tanto fumo e poco arrosto. E poi - si può dire? - la situazione è un gran casino e questo ennesimo ribaltone non ci voleva in questo momento storico. Ho paura che faccia più male che bene alla nostra povera Italia»n.
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