Cara Provincia
in questi giorni si parla di come risanare i conti italiani e sembra che tutti i mali dell'Inps vengano dalle pensioni di anzianità. Si reclama a gran voce da parte dei “risanatori” che ci stiano costando troppo quelle persone che dopo 41 anni (!) di lavoro vorrebbero ritirarsi.
Magari sarà vero, però in data 21 novembre si legge in un articolo del Corriere della Sera, firmato Sergio Rizzo, che nel Sud "A una inattività soltanto ufficialmente vertiginosa è associato un livello di assistenzialismo crescente, che certo non si può definire fisiologico. Le pensioni di invalidità, che nel 2003 erano 796.103, hanno raggiunto alla fine del 2010 un milione 199.593: ce ne sono 5,8 per ogni cento abitanti.
Non vi sembra che forse prima di mazzolare quelli che lavorano 41 anni si dovrebbe andare a vedere come mai ci sono tutti questi invalidi al Sud? Magari cancellando un po' di imbroglioni dalle liste non servirebbe più la modifica sulle pensioni di anzianità. Estrapolo ancora qualche pezzo dell'articolo di Rizzo: "La quota di lavoro irregolare al Sud è al 18,9 contro il 9,7% della media nazionale. " Il che significa che da queste aziende non vengono erogati i contributi all'Inps che anche per questo non ce la fa a pagare ... le pensioni di anzianità!
Possiamo ammettere finalmente che il Sud è una zavorra oppure dobbiamo ancora fare finte di niente? Possiamo dire a chi ci accusa di egoismo che tra l'egoista ed il parassita è decisamente peggio il parassita?
Se invece di istituire il Ministero per la Coesione Territoriale facessero pulizia di queste porcherie, ci sarebbe meno rancore che serpeggia tra di noi.
Alberto Cazzaniga
Lecco
Caro Cazzaniga,
i numeri non mentono. Al Sud i furbetti della pensione prosperano. Ma denunciare i mali del Mezzogiorno non vuol dire mettere in discussione l'unità nazionale. Invochiamo pulizia, questo sì.
Vittorio Colombo
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