Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 06 Agosto 2021
I fiumi fanno paura
Boy scout soccorsi
al Pian Gembro
La situazione migliorata, ma si sono vissute ore di preoccupazione
Saranno in Lombardia lunedì sera, per essere operativi il martedì e il mercoledì successivo, anche nei territori più fragili e più colpiti dalle inondazioni della provincia di Sondrio, i tecnici del Dipartimento nazionale della Protezione civile.
Loro “mission” quella di verificare i danni per l’accertamento dello stato di emergenza, fermo restando che «gli interventi di somma urgenza - precisa Pietro Foroni, assessore regionale -, non solo sono già iniziati, ma anche ultimati. Come Regione abbiamo già anticipato e anticiperemo tutte le somme necessarie a garantire il ripristino della sicurezza nei Comuni maggiormente colpiti».
Con riguardo alla provincia di Sondrio, la prima dalla quale è partita la sequela di smottamenti che hanno poi tenuto sotto forte assedio i paesi della costa lariana, a essere super visionata sarà sicuramente l’asta del Perandone, il torrente che ha seminato il panico, domenica 25 luglio, fra San Carlo e Campedello di Chiavenna.
Dopodiché sotto assedio sono costantemente anche i residenti in via Foppa, e aree limitrofe, di Novate Mezzola dove mercoledì sera si è verificato l’ennesimo distacco tale da far risalire la febbre ai residenti.
Sempre mercoledì sera, a partire dalle 21.30, grande mobilitazione dei vigili del fuoco dei distaccamenti volontari di Aprica, Edolo, e Vezza d’Oglio, nel Bresciano, per portare soccorso a 25 scout, ragazzini fra i 12 e i 15 anni, e ai loro accompagnatori, “impantanatisi” a quota 1.500 metri di Pian Gembro, dove si erano accampati. Solo che, la pioggia sferzante nel giro di poco ha allagato la zona, inzuppando le tende e lasciando i ragazzini in balia degli eventi.
«Raggiungerli non è stato facile, anzi si è trattato di una vera e propria impresa, perché l’acqua scendeva a fiumi - dicono i vigili volontari di Vezza d’Oglio -, oltretutto sul Mortirolo abbiamo incontrato anche un’auto in panne, per via della strada sbarrata da una pianta caduta nel mezzo.
Quindi solo dopo aver liberato la carreggiata abbiamo potuto proseguire. Arrivati sul posto, c’erano già i colleghi di Edolo ed Aprica con i ragazzi».
Bagnati, infreddoliti e spaventati, ma in buona salute, sono stati portati prima nel vicino agriturismo, poi nella sede dei vigili del fuoco di Aprica e, infine, in un albergo del posto per trascorrere la notte. L’indomani, cioè ieri, sono tornati al campo per raccogliere le loro cose approfittando del sole tornato a spuntare. Due giorni di tregua, quelli di ieri e di oggi, che permettono ai corsi d’acqua di sgonfiarsi un poco, considerati i livelli e le portate raggiunti nella tarda serata di mercoledì.
L’Adda, al Fuentes in particolare, mercoledì sera ha raggiunto un picco di portata pari a 700 metri cubi al secondo, alle 23.30, e un’altezza di 283 centimetri, per un totale di pioggia accumulata, nelle 48 ore, di 234 millimetri, a fronte della portata già elevata, pari a 536 metri cubi al secondo, rilevata alle 20.10. Notare che alle 10.40 dello stesso giorno eravamo a 83 metri cubi al secondo e a un’altezza dell’acqua di 112 centimetri. In dodici ore, l’altezza è aumentata di 171 centimetri e la portata di 617 metri cubi al secondo. E questo per effetto del parallelo forte ingrossamento di tutti gli affluenti, a cominciare dal Mallero, che ha raggiunto il suo picco alle 20 di mercoledì, con una portata di 110 metri cubi al secondo, quando, poco prima delle 16 eravamo a 41.
Alto anche il livello del Mera al Ponte del Passo, a Sorico, passato dai 61 centimetri delle 16 di mercoledì, ai 140 dello stesso orario di ieri.
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