Cronaca / Oggiono e Brianza
Venerdì 23 Agosto 2019
I figli in addestramento
Così l’amico dalla Siria
arruolò il “pugile” nell’Isis
Terrorismo Svelati particolari inediti dell’inchiesta che ha portato all’espulsione della giovane marocchina e alla revoca della cittadinanza italiana per il marito
Per convincere definitivamente l’amico d’infanzia ad abbracciare l’ideologia jihadista gli inviava dalla Siria foto sue e dei suoi figli mentre si addestravano alla battaglia.
In una si vedono i tre piccoli in tuta mimetica, con il ditino alzato verso il cielo a indicare fedeltà ad Allah. In un’altra c’è lui accovacciato, che abbraccia il figlio e gli insegna a sparare con un fucile.
Mohamed Koraichi, il marocchino cresciuto a Valmadrera e poi sposato all’italiana (ma nata in Francia) Alice Brignoli, con la quale ha abbandonato l’abitazione di Bulciago nel febbraio del 2015 per raggiungere i territori occupati dal sedicente Stato islamico, sarebbe stato la chiave di volta per far decidere Abderrahim Moutaharrik a passare all’azione.
La famiglia di Bulciago
È uno dei particolari emersi ieri mattina nella conferenza stampa convocata in Questura per ufficializzare alla stampa l’avvenuta espulsione dall’Italia di Salma Bencharki, moglie dell’ex campione di kick boxing che sta scontando nel carcere di Sassari una condanna a 6 anni per terrorismo internazionale e a cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha revocato la cittadinanza italia: Moutaharrik aveva giurato fedeltà alla Costituzione italiana il 10 giugno 2015 in Prefettura a Lecco, mentre già - queste almeno le risultanze investigative della Digos - si stava radicalizzando nell’Isis.
Il questore vicario Carlo Mazza, il dirigente della Digos Domenico Nera e il dirigente dell’Ufficio immigrazione Rosario Torrisi, hanno illustrato ai giornalisti l’attività che ha portato, il 13 agosto, all’espulsione di Salma Bencharki dal nostro Paese e la contestuale notifica del provvedimento di revoca della cittadinanza italiana al marito (primo caso dalla nascita della Repubblica), contro la quale ora può comunque proporre ricorso al Tar. Notizie di cui abbiamo avuto modo di riferire già nell’edizione di ieri del nostro quotidiano. Ma è stata anche l’occasione per approfondire alcuni aspetti della complessa indagine “Terre vaste” che ha portato all’arresto dei due coniugi, un’indagine in cui entra di prepotenza la “sparizione” della famiglia bulciaghese dall’Italia (non per nulla Mohamed Koraichi e la moglie sono stati pure indagati, colpiti da un mandato di cattura internazionale a cui non è stato possibile dar seguito: ignota la loro sorte nei territori dell’Isis).
Ruolo di primo piano
Il contatto con Koraichi è avvenuto grazie al tramite della sorella Wafa, arrestata nell’ambito della stessa indagine e ora in carcere, dove sta finendo di scontare una condanna a 3 anni e 4 mesi (uscirà dalla cella il 28 agosto e sarà espulsa), contatta da Salma Bencharki per chiederle di “intercedere” con il fratello per il marito, perché facesse da garante con i capi dell’esercito dell’Isis.
Insomma, un ruolo tutt’altro che di secondo piano, che ha portato il Tribunale di Milano a convalidare la richiesta di allontanamento forzato dall’Italia in quanto ritenuta pericolosa per la sicurezza nazionale.
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