Sì, perché questa speciale branca dell'intrattenimento, come sottolineato dal governatore di Tokyo, Shintaro Ishiara, rappresenta una delle attività produttive del Giappone più conosciute nel mondo. A questa edizione nel Big Sight di Tokyo - la numero nove e con un bilancio di oltre 132 mila visitatori - hanno partecipato 244 espositori con proposte che spaziavano dall'animazione al merchandising e con significative presenze da Cina, Corea, Stati Uniti e Francia.
Erano presenti i marchi storici come la Toei (tra gli ultimi successi ricordiamo i surreali pirati di «One piece»), la Sunrise (con un nuovo capitolo della saga del robot Gundam), la Tatsunoko (che presentava il film della serie animata conosciuta in Italia come l'ape Magà) e non ultima la Mushi production che, su impulso del poliedrico autore Osamu Tezuka, nel 1962 lanciò la prima serie animata: «Astro boy».
E ovviamente all'appello non mancava lo Studio Ghibli, l'alchemica fucina del pluriacclamato regista Hayao Miyazaki (Ponyo, la principessa Mononoke, il mio vicino Totoro ecc.) che ha annunciato l'uscita del nuovo film «Karigurashi no Arietty», basato su una storia dell'autrice inglese Mary Norton che ha come protagonista una ragazzina alta solo 15 cm.
La Taf è anche sinonimo di eccellenza, infatti vengono assegnati premi per le migliori opere e per le attività più significative nel campo dell'animazione. Quest'anno il riconoscimento è andato alla memoria di Yoshinori Kishimoto, primo presidente della Sunrise e promotore dei successi Raideen, Zambot 3 e Gundam.
Sul fronte delle opere invece ha trionfato Summer wars. Il film del regista Mamoru Hosoda - già noto e apprezzato per «La ragazza che saltava nel tempo» - racconta la storia di una famiglia di campagna e dei suoi parenti alle prese con una minaccia globale via internet.
Altri riconoscimenti alla serie «K-on» che ha catturato l'attenzione del pubblico più giovane con il diario di una ragazzina divisa tra musica e vita scolastica. La colonna sonora del cartone animato ha scalato le classifiche giapponesi.
Che in Giappone produrre cartoni animati sia una cosa seria lo ha dimostrato il numero di seminari dedicati allo studio dei prodotti e all'evoluzione del mercato, così come la presenza delle scuole. Gli studenti in un padiglione dedicato hanno potuto mostrare i loro lavori: anime, disegni e pupazzi. Progetti già affinati con l'ambizione non nascosta di potersi tradurre in realtà commerciali.
A questo proposito la Bunkyo Gakuin university di Tokyo ha costruito uno stand esemplare. Gli ospiti, guidati da giovani traduttori come l'ottimo Benio Suzuki, hanno potuto vedere i lavori di animazione realizzati dai loro compagni. Gli studenti hanno lavorato in èquipe: i creativi hanno studiato e disegnato i personaggi, gli esperti di computer grafica hanno realizzato le animazioni (gustosi clip intrisi di storia e poesia messi a punto in soli tre mesi) mentre altri hanno curato la commercializzazione e la comunicazione con gadget annessi.
Il professor Masakazu Shimada, supervisore del progetto, ha sottolineato il valore del lavoro di gruppo in grado di valorizzare le capacità dei singoli studenti, insomma la creazione di una piccola impresa «a orologeria». Un modello che potrebbe giovare alla didattica italiana. Alla fiera c'è stata anche l'opportunità di incontrare i doppiatori che prestano le voci ai beniamini disegnati. Molte sono voci note nel campo dell'animazione e contribuiscono a segnare il successo di un prodotto.
Non è un caso che per preparare questi speciali interpreti esistano delle scuole, come la prestigiosa Toho Gakuen institute che, oltre a dare dei saggi dei suoi studenti più dotati, ha permesso ai visitatori di cimentarsi in prove di doppiaggio. Tra le presenze straniere si è messa in luce un'agguerrita pattuglia cinese con stand scintillanti e pieni di novità di buon livello.
Lo spazio principale, sotto l'egida del ministero della Cultura, era costellato da una marea di pupazzi colorati e personaggi che sembravano spuntati da una costola orientale di Madagascar. L'aspetto intrigante però era affidato a un paio di manager che pubblicizzavano la nascita del distretto dell'animazione cinese a Xi'an, una sorta di Hollywood dei cartoni animati dove si concentreranno produttori, creativi e studios.
E l'offerta non era rivolta solo alle imprese consolidate, ma anche ai giovani imprenditori e ai talenti in cerca di fortuna con agevolazioni e possibilità di finanziamenti. E per capire come il colosso cinese si stia muovendo in fretta era interessante una visita allo stand di Kaku, canale televisivo gratuito via satellite di cartoni animati.
«La nostra compagnia - spiega Shearer Liu, business manager del network - fa parte di Beijing tv e trasmette cartoni animati 24 ore al giorno coprendo 18 province per un equivalente di 600 milioni di persone. Proponiamo per l'80% programmi realizzati in Cina e molti sono prodotti dalla nostra società. Abbiamo punti vendita per il merchandising in decine di città e offriamo all'estero licenze per utilizzare i nostri successi».
Crystal warrior, uno dei cartoni di punta di Kaku tv, è diventato una linea di giocattoli venduta in tutta la Cina. La tecnica in 3D e le tecniche di computer grafica hanno aggiunto nuovi territori alla creatività, anche se a volte i supporti video domestici non sono all'altezza di tanta innovazione. Di particolare interesse quindi la proposta di Vmj, azienda che sfoggiava uno schermo in grado di generare immagini in 3D senza l'ausilio degli occhiali.
Un «prodigio» tecnico che serviva a introdurre una vasta serie di applicazioni, dalla pubblicità stradale alle grandi manifestazioni. E che l'attenzione si stia spostando sulle rappresentazioni a tre dimensioni lo testimoniava il sostenuto battage per il film Garo. Un action movie girato con attori, ma arricchito da sostanziosi effetti di computer grafica e soprattutto con grande dispiego di sequenze dinamiche tese a esaltare la spettacolarità del 3D.
Sullo stesso filone c'è grande attesa per le versioni in alta definizione di Gaiking e Capitan Harlock: in fiera venivano mostrati due provini mozzafiato, ma pare che si dovrà attendere il 2011 prima di vederli sul grande schermo. Vista la quantità di proposte come tenersi aggiornati sulle ultime novità? Ci pensa la Tokyo Kawaii mag, ossia una rivista on line scaricabile dal proprio iPhone. Una pubblicazione bisettimanale in inglese (anche se sono in lavorazione versioni in francese, spagnolo e cinese) dedicata agli anime appena usciti, i giochi, la moda e i gadget per un totale di oltre cento pagine.
La Apple pare molto attenta al pianeta anime e infatti fioccavano volantini per accedere a videoclip e jingle da iTunes store. Ma la tecnica non basta per far brillare un anime, occorre metterci il cuore. Ne è convinto Norihisa Imai, in arte Sonic, un giovane disegnatore con un curriculum e collaborazioni di tutto rispetto (Walt Disney ad esempio), che ha messo da parte le vertigini in 3D per ripescare un antico amore: i pupazzi animati con la tecnica dello stop motion.
«Amo i vecchi film di mostri e fin da bambino mi costruivo pupazzi per giocare - racconta Sonic, autore di Boney and Cryed visibile su http://sonic.the-ninja.jp -. Adesso ho ripreso questa passione e ho realizzato dei cartoni animati: è un lavoro che mi piace molto, spero che piaccia anche al pubblico». L'auspicio di Sonic si può estendere all'intera Taf, uno scrigno pieno di sogni confezionati per la meraviglia del pubblico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA