Cultura e Spettacoli / Lecco città
Martedì 15 Novembre 2016
«Ha vissuto e scritto la storia»
La giuria le ha assegnato il riconoscimento per il suo ruolo nella cultura italiana
Una donna che ha vissuto, ha fatto e ha scritto la Storia”, questa è la motivazione con cui la Giuria tecnica ha assegnato il Premio Manzoni alla carriera a Dacia Maraini. Ed in effetti la scrittrice ha attraversato decenni importanti della nostra letteratura contemporanea. Il suo rapporto sentimentale con Alberto Moravia, la sua grande amicizia con Pier Paolo Pasolini ed altri grandi scrittori, il suo essere sempre stata “dentro” la nostra storia contemporanea ed in prima fila, per esempio, nella rivendicazione dei diritti delle donne, la pongono certamente in un posto di eccellenza per quanto riguarda le nostre patrie lettere.
Ne parliamo con Ermanno Paccagnini, docente universitario e critico letterario tra i più noti oggi in Italia, che presiede la Giuria tecnica che ha assegnato il premio alla scrittrice. «Dacia Maraini è una scrittrice che viene da lontano. – ci dice Paccagnini - Ha iniziato da donna impegnata con una grande attenzione al femminismo in anni effervescenti come quelli a cavallo tra il 1960 ed il 1970 anche se bisogna dire che già con il suo primo romanzo, “La vacanza” del 1962, si era segnalata come una scrittrice di valore. Quelli erano anni forti, di grande ripensamento per quanto riguarda la narrativa, come ben dimostra la nascita del Gruppo ’63. Dacia Maraini in quel periodo era più presente come figura femminile impegnata anche se cominciava a segnalarsi come scrittrice con romanzi importanti come “Memorie di una ladra” (1972). L’affermazione come scrittrice avviene poi negli anni ‘80». Da sempre dalla parte delle donne, Dacia Maraini ha saputo anche tratteggiare nei suoi romanzi dei personaggi femminili di grande impatto: «Indubbiamente sono personaggi femminili le protagoniste di romanzi importanti come “Isolina” o “La lunga vita di Marianna Ucria”. E non a caso il salto di qualità come narratrice avviene con “Bagheria”, il romanzo in cui la Maraini dimostra di essere davvero brava».
Un particolare molto interessante riguarda la vita di Dacia Maraini, che possiamo dire sia nata viaggiando. Già quando aveva solo due anni andò a vivere in Giappone con la mamma Topazia ed il papà Fosco, un etnologo che per lasciare l’Italia fascista partecipò ad un concorso internazionale e vinse una borsa di studio per uno studio sugli Hainu nel nord del Giappone, dove andò a vivere con la famiglia tra il 1938 e il 1947. Da qui nasce la “malattia” del viaggio che ha sempre connotato l’esistenza della Maraini. Ne ha parlato peraltro la stessa scrittrice: «Sicuramente ho contratto questa malattia dalla mia famiglia e da mio padre in particolare. Lui, poi, prese questa malattia da sua madre, mia nonna Yoi, che ai primi del Novecento scappò di casa per andare in Persia, da sola. Ed allora, per una donna, viaggiare da sola era un autentico azzardo. Io amo viaggiare così come scrivere. Anzi sono due aspetti che per me vanno quasi di pari passo. Per esempio io scrivo il mio diario solo quando viaggio. Lo scrivere, poi, è in tutti i sensi una forma di viaggio. Scrivendo si viaggia da fermi, ma è un viaggio in profondità».
Ecco, di questi aspetti biografici c’è una memoria viva nei libri della Maraini.
«Col passare degli anni – continua Paccagnini – nei suoi libri affiora la vita familiare. C’è la figura importante del padre Fosco Maraini e della madre, la nobile Topazia Alliata di Salaparuta, nonché la forte esperienza legata agli anni che la famiglia visse in Giappone. Un romanzo come “Bagheria”, del resto, è una sorta di ritorno a casa e nell’esperienza esistenziale e letteraria della scrittrice questo è molto importante».
E arriviamo al Premio Manzoni. Come si è arrivati a decidere di assegnarlo proprio a Dacia Maraini?: «Il premio alla carriera mette insieme più aspetti. Tra le scrittrici italiane viventi, la Maraini è certamente la più rappresentativa, così come potrebbero esserlo, pensando agli scrittori, Alberto Arbasino o Claudio Magris. Non dobbiamo poi dimenticare che alcuni dei romanzi di Dacia Maraini sono “romanzi storici”. Nella sua lunga vita di scrittrice ha affrontato diversi aspetti come quelli della militanza, del teatro, del memoriale, della poesia, della narrativa per bambini. Questa poliedricità ne fa una scrittrice completa».
E c’è poi un ultimo aspetto che Ermanno Paccagnini sottolinea con piacere: «Dacia Maraini ha un grande merito, è una scrittrice che non si risparmia. E’ una persona solare e disponibile, il che non è da tutti. Anche sotto questo aspetto è veramente da ammirare».
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