Cronaca / Merate e Casatese
Martedì 28 Aprile 2015
Ha portato la luce
nei padiglioni di Expo
La “Milani Giovanni & C” di Osnago ha installato gli impianti elettrici negli spazi di sei nazioni
I lavori sono cominciati in estate e sono stati consegnati, il valore totale della commessa è di 5 milioni
OSNAGO
Il traguardo si vede: mancano pochi giorni all’Expo. E anche tra i “fornitori” della rassegna milanese si avverte la frenesia e l’ansia delle vigilie importanti.
Ci si prepara alla “grande partita”: ultimi lavori, ritocchi ai particolari, collaudi. Poi, si spera che tutto sia a posto per l’apertura del primo maggio.
Tra chi ha lavorato nel sito dell’Expo c’è la “Milani Giovanni & C” di Osnago. Fondata nel 1964 da Giovanni Milani, settanta dipendenti, un fatturato 2014 vicino ai 25 milioni, attiva nella progettazione e l’installazione di impianti elettrici e tecnologici negli edifici civili e industriali (quindi capannoni, supermercati, multisale cinematografiche, auditorium). Tra i lavori della “Milani” si può ricordare la “Unicredit tower” a Porta Nuova a Milano, complesso dove ora la “Milani” sta realizzando gli impianti dell’auditorium. Nel sito dell’Expo, la”Milani” ha curato la parte elettrica del cluster del riso e del cacao; e dei padiglioni di Bahrein, Stati Uniti, Kuwait, Messico, Corea del Sud e Romania.
«Un insieme di appalti - spiega Beatrice Milani, presidente della società - per un ammontare complessivo di quasi cinque milioni, che ci ha impegnato dalla scorsa estate, con anche cento tecnici (nostri o di aziende alle quali abbiamo affidato dei lavori) nei cantieri. Dopo anni di difficoltà della filiera edile di cui facciamo parte - continua Beatrice Milani - per la nostra azienda è stato un aiuto. All’Expo abbiamo curato la progettazione esecutiva e poi realizzato l’installazione degli impianti elettrici, tecnologici e di sicurezza».
La commessa del cluster di riso e cacao la “Milani” l’ha presa da un bando pubblico, mentre per i padiglioni i lavori sono stati affidati - sempre tramite gara - dai diversi general contractor (le imprese che hanno coordinato gli interventi sui singoli cantieri). Nell’ultimo periodo, il lavoro nel sito dell’Expo è avanzato a tappe forzate («Da gennaio - ricorda Beatrice Milani - c’è stata una forte accelerazione, con il profilo del sito che cambiava di settimana in settimana»), in un cantiere che deve rispettare rigidi standard di sicurezza, intesa in senso lato: quindi non solo vincoli, regole, norme anti infortunistiche, ma anche anti terrorismo. L’impresa di Osnago ha consegnato quanto doveva nei tempi fissati. Una corsa impegnativa che i responsabili di Expo hanno voluto premiare con l’invito ai responsabili aziendali - come ad altri fornitori dell’Esposizione universale - ad assistere alla Turandot della Scala.
L’Expo è in cantiere da prima pagina. Poi, c’è il lavoro ordinario o meglio quotidiano. «In questa prima parte dell’anno - spiega Beatrice Milani che guida l’impresa con il fratello Oreste (amministratore delegato) - nel nostro mercato si avverte più di qualche segnale di ripresa. Già oggi - conclude Beatrice Milani - abbiamo in portafogli ordini per 30 milioni , una valore che dovrebbe consentirci di arrivare a fine esercizio con un fatturato pari a quello che avevamo prima della crisi».
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