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Martedì 05 Marzo 2013
Gli svizzeri dicono no ai Giochi
Saltano i cantieri per i frontalieri
Il no alla candidatura dei Giochi Olimpici non è solo una questione svizzera, ma di riflesso coinvolge anche l'Italia e in particolare la Valtellina, considerata bacino determinante per il mercato del lavoro in vista dei nuovi cantieri
Bregaglia - La Val Bregaglia ha detto sì, proprio come Poschiavo, ma non è bastato. Domenica i Canton Grigioni hanno bocciato la candidatura di Davos e Sankt Moritz per le Olimpiadi invernali del 2022. Il no alla candidatura dei Giochi Olimpici non è solo una questione svizzera, ma di riflesso coinvolge anche l'Italia e in particolare la Valtellina, considerata bacino determinante per il mercato del lavoro in vista dei nuovi cantieri.
I "sì" sono stati il 47,3%, i "no" sono arrivati a 41.758 voti. La partecipazione ha raggiunto il 59,14%: si tratta di un'affluenza molto alta rispetto ai referendum degli ultimi dieci anni. Nel Comune di Bregaglia i "sì" sono stati 465, i voti contrari 349. A Poschiavo è finita 913 a 790 e a Brusio i contrari (227) sono stati più dei favorevoli (209). In Alta Engadina si sono registrati 3.940 "sì" e 2.914 "no", di cui 1.153 contro 716 a Sankt Moritz. Anche a Davos hanno vinto i favorevoli - 2.749 contro a 2.079.
L'appuntamento elettorale di domenica ha suscitato una notevole attenzione anche in Italia.
I principali settori interessati dai lavori necessari per un appuntamento sportivo di questo livello sono l'edilizia e il comparto turistico, quelli che danno lavoro al maggior numero di frontalieri. Proprio nei prossimi anni, nei Comuni della Confederazione bisognerà fare i conti con lo stop alle costruzioni di seconde case risultato di un referendum di inizio 2012. I cantieri delle Olimpiadi - sia per le strutture ricettive, sia per le infrastrutture - avrebbero garantito occupazione a migliaia di persone. Non sono mancate, anche nel mondo del lavoro, voci critiche. Il sindacato Unia, vicino ai socialisti, ha bocciato i Giochi olimpici sia per questioni finanziarie, sia perché il lavoro avrebbe interessato soprattutto aziende provenienti dall'estero, con il rischio di dumping e mancato rispetto delle regole.
Ma considerata la situazione di grande preoccupazione, non si trascurano le opportunità che le Olimpiadi avrebbero garantito nei prossimi nove anni.
«Non esprimo una posizione ufficiale della mia organizzazione, ma la bocciatura mi sembra negativa - sottolinea il sindacalista valchiavennasco Ivan Cameroni, funzionario del Syna di Coira -. Per i frontalieri il periodo che si intravede appare purtroppo negativo per i prossimi anni e i primi segnali si sentono già. A fronte di una crisi che si manifesta con un'intensità sempre maggiore, i Giochi olimpici avrebbero garantito delle risposte, forse solo parziali, ma sicuramente significative. Questo evento avrebbe rappresentato un'opportunità di sviluppo, senza dimenticare la dovuta attenzione da riservare all'ambiente e al rispetto delle regole.
Tra i progetti c'erano anche opere funzionali per vivere il territorio, ad esempio la circonvallazione di Bivio, un intervento atteso da molti anni dalla popolazione».
Per quanto riguarda il turismo, invece, i primi dati relativi alla stagione invernale sono positivi. «Il confronto fra il dicembre del 2011 e quello del 2012 in Alta Engadina fa segnare un sorprendente +12%, con 149mila pernottamenti e una crescita di 9mila. Speriamo di ricevere notizie altrettanto incoraggianti anche per i mesi successivi. Dall'andamento degli alberghi, infatti, dipende anche quello dell'edilizia e dei settori affini».
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