Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 15 Settembre 2013
Gli operatori del 118: «Il nuovo
sistema funziona, va migliorato»
Zoli, Della Torre e Salmoiraghi hanno pubblicamente spiegato che cosa non ha funzionato finora
«In ogni caso abbiamo agito al massimo della nostra potenzialità e senza compiere alcuno sbaglio»
«Quelli riportati dalla cronaca sono casi particolari, rispetto ai quali, però, non abbiamo sbagliato niente. Non ci sono problemi di comunicazione fra operatori e non si produce un aumento dei tempi di attesa per effetto della riorganizzazione del servizio 118».
Parola di Alberto Zoli, direttore generale Areu, Azienda regionale dell’emergenza-urgenza, approdato ieri a Sondrio proprio per tenere una conferenza stampa chiarificatrice circa l’andamento della riorganizzazione in atto e che ha avuto il suo passaggio culmine, il 2 luglio, con la chiusura della centrale operativa 118 di Sondrio e il passaggio dell’attività relativa su quella di Bergamo.
«Abbiamo voluto essere presenti tutti a questo momento - ha detto Zoli durante il confronto con i giornalisti in Azienda Ospedaliera -, il mio direttore sanitario Marco Salmoiraghi, il direttore della centrale Alpina di Bergamo, Fulvio Kette, il direttore dell’Articolazione aziendale territoriale di Sondrio, Paolo Della Torre, per riferire punto su punto quanto è accaduto nei giorni scorsi rispetto ai casi di asserito malfunzionamento del servizio riportati dai giornali. E, per ribadire, ancora una volta, che il nodo della questione insiste sulla mancata geolocalizzazione della chiamata di soccorso in circa il 50% dei casi. Purtroppo, i gestori non si sono adeguati subito all’obbligo ministeriale di girare la chiamata in entrata al 118 dalla provincia di Sondrio, sulla centrale 112 del numero unico europeo di Varese, salvo la Tim che si è subito attivata».
E’ successo, quindi, che, alla data del 2 luglio, solo il 35% delle richieste di soccorso hanno potuto essere evase tramite la geolocazzazione utile agli operatori bergamaschi a evitare ogni equivoco «ma assicuro - ha detto Zoli - che ora la percentuale è già ben più elevata, e che entro fine ottobre arriveremo a una copertura del 100%».
Anche se i vertici di Areu hanno insistito nel sottolineare «che il rischio, comunque, in sanità e anche nel campo dell’emergenza e urgenza, purtroppo, non può mai essere pari a zero. Bisogna mettere in atto tutte le attenzioni utili a ridurre il più possibile il rischio - ha aggiunto Marco Salmoiraghi, direttore sanitario Areu -, ma pensare che questo si annulli è utopia. Per il resto, però, tengo a precisare che tutti e quattro i casi evidenziati in questi giorni dalle cronache non costituiscono, per noi, errore di valutazione o di comunicazione. Teniamo presente che parliamo di quattro segnalazioni su circa 2mila interventi effettuati in due mesi e dieci giorni, per una media di 30 eventi al giorno e, quindi, di uno-due interventi l’ora».
Per Salmoiraghi, «l’errore Piuro-Chiuro non è da attribuirsi agli operatori - ha detto - semmai al fatto che non era attiva la geolocalizzazione. Ma sia gli operatori di Varese sia quelli di Bergamo hanno chiesto al turista richiedente se fosse effettivamente a Chiuro, ed ha risposto in questo senso. Così il caso della signora di Chiuro che, il 29 luglio, ha atteso un minuto e un secondo che qualcuno rispondesse al 118 poi ha caricato il paziente in auto e l’ha portato in ospedale. Questo è un caso limite, dettato dal fatto che, in quel giorno, la centrale di Varese è stata oberata di chiamate per un violento nubifragio. Per cui il tempo medio di risposta di 5-7 secondi è salito a ben 120, nonostante ci siano 12 postazioni attive. Dopodichè, la rimostranza della signora è del tutto comprensibile, perché, in questi casi, il panico la fa da padrone. Come è successo alla signora di Briotti, che non riusciva a entrare in contatto col 118. La prima volta ha aspettato 4 secondi, la seconda 2. Bisogna capire che quando si è in emergenza, il tempo che passa sembra incredibile, ma è questione di poco e poi la comunicazione arriva. Infine, non è affatto strano che un paziente possa essere caricato su un furgone improvvisato per un breve tragitto se l’elisoccorso non riesce ad arrivare sul posto. E’ sempre accaduto».
In ogni caso Zoli non vuole lasciare nulla di intentato per evitare che la popolazione perda fiducia verso il sistema. «Intanto invito i cittadini a rivolgersi all’ufficio di pubblica tutela dell’Aovv, chiamando il 0342.521190, per segnalare tutti gli inconvenienti cui sono andati incontro - ha detto -. Dopodichè, sono già stato tre volte dal Prefetto, ci andrò anche la quarta. Così come intendo chiedere udienza al comandante dei vigili del fuoco di Sondrio. A inizio autunno, infine, faremo un punto con le parti istituzionali coinvolte».
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