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Martedì 15 Gennaio 2013
Gli industriali: basta con i politici
senza competenze e passione
La solecitazione arribva dal presidente Paolo Mainetti: stop ai politici incompetenti, basta con uomini che non hanno passione civile nuova e un rinnovato spirito. Ma ora occorre anche più attenzione al territorio, con attenzione rinnovata e un impegno fermo per tutte le opere lasciate a metà strada.
Sondrio - Basta con i politici incompetenti, basta con uomini che non hanno passione civile nuova e un rinnovato spirito. Ma ora occorre anche più attenzione al territorio, con attenzione rinnovata e un impegno fermo per tutte le opere lasciate a metà strada.
Una sollecitazione diretta, quasi a voler buttare quanto finora è stato. O, almeno, una strigliata diretta a spingere a girar pagina, una volta per tutte.
Parte da qui l'agenda degli industriali di Sondrio. Condensato in poche righe il manifesto di Confindustria, guidata dal presidente Paolo Mainetti, punta subito al concreto. E si rivolge ai candidati in corsa per un posto da politico o da amministratore, a Roma o a Milano, dentro le stanze del Parlamento, per un seggio al Pirellone o - forse ancora più importante - per uno piccolo scranno di un consiglio comunale del territorio. Mainetti è secco, in questo approccio: quella che deve arrivare «deve essere una politica nuova, realmente al servizio del Paese e del territorio».
Finora non è sempre stato così. «Come tutti i cittadini, anche noi imprenditori siamo stanchi delle promesse mancate - spiega Mainetti - di una politica lontana dalla gente, ma attenta ai propri privilegi».
<+tondo>E naturalmente la cornice di richiami inquadra e richiama inevitabilmente la provincia di Sondrio. Anche qui «la politica deve cambiare: serve uno spirito nuovo, più passione civile e anche maggiore competenza» pronuncia secco Mainetti. Competenza per realizzare un'agenda che dentro ha ancora scritto molti capitoli vecchi. Le priorità degli industriali sono condensate in una sorta di manifesto, «non esaustivo, ma già ricco di stimoli». E allora eccoli i temi da mettere sul tavolo dell'agenda valtellinese. Bisogna prima di tutto valorizzare quello che la Valtellina ha di buono.
«Le aziende eccellenti che ottengono tuttora buoni risultati, i gruppi multinazionali - spiega Mainetti - che continuano a investire in provincia, un territorio montano di pregio assoluto, prodotti agroalimentari di grande qualità, il distretto creditizio. Ma anche la forte coesione sociale che ci ha sempre caratterizzati - sottolinea il presidente - e che non è mai venuta meno in questi anni difficili: un patrimonio prezioso che non va disperso».
«Bisogna lavorare per rimuovere gli ostacoli che frenano la nostra competitività. Serve un assetto istituzionale più snello - è la rinnovata proposta degli industriali -, con municipi più grandi e un ente sovraordinato (la Provincia) con funzioni di regìa e coordinamento».
Non manca il capitolo infrastrutture, ne servono di migliori, e quelle che sono state messe in cantiere ora devono avere scadenze certe, «come per la tangenziale di Morbegno, per lo stanziamento dei fondi per quella di Tirano e almeno per un progetto per ridurre i tempi di percorrenza ferroviari da e per Milano».
La comunicazione e il marketing territoriale, da sempre due punti deboli: vanno comunicati all'esterno i punti di forza della Valtellina «verso imprese, lavoratori e turisti». Serve investire sui servizi alle aziende, migliorando la rete dei centri per l'impiego e il coordinamento delle agenzie che si occupano di politiche attive. Il Politec: lanciarlo come hub dei servizi all'innovazione in collegamento con le università e i centri di ricerca. Insomma gli industriali non «vogliono un libro dei sogni. Si chiedono solo impegni precisi. Non è nostra intenzione rassegnarci al declino, ma la politica deve aiutarci a risalire la china».
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