Cronaca / Lecco città
Giovedì 15 Ottobre 2015
Gli alberi a Lecco
Quelli sofferenti
sono quasi la metà
Censimento: gravi o pericolanti, da abbattere, 167. Sul totale di 3.500, in 1.200 mostrano qualche sintomo. Ad essere in perfetta salute solo 721, il 20% del totale
Ci sono 167 alberi da abbattere. Alberi che rischiano di diventare un pericolo per l’incolumità pubblica. Dei 3.531 alberi censiti dal Comune, con il supporto del consorzio Consolida, ben 167 sono risultati gravemente malati.
Sono 39 gli alberi che verranno tagliati al parco di villa Guzzi ad Olate, e ben 34 quelli sulle sponde del lago lungo via Brodolini. Ci sono poi 10 piante a rischio nell’area delle case comunali di via del Roccolo.
Un’operazione destinata a raccogliere consensi e proteste, come successo per il grande cedro abbattuto recentemente in viale Adamello a San Giovanni, che ha provocato una forte reazione dell’opinione pubblica.
È stata censita buona parte delle aree comunali, con esclusione di villa Gomez e villa Ponchielli a Maggianico, dove lo scorso anno una forte tromba d’aria aveva creato problemi a varie piante, e di conseguenza era già stata fatta un’analisi dei due parchi.
Ben 3.531 le piante censite a cui aggiungere 955 arbusti, 4.123 metri di siepi, oltre a 165.156 metri quadrati di tappeto erboso, 2.895 metri quadrati di aiuole, e 11.713 metri quadrati di aree boscate urbane.
Dei 3.531 alberi passati sotto la lente di controllo, 721 sono in buona salute tanto che al momento dell’indagine non presentavano problemi. Altri 1.272 stanno bene ma vanno tenuti sotto controllo, ce ne sono poi 1.238 che presentano segni, sintomi o difetti significativi.
Ci sono poi 60 piante che dimostrano un’elevata propensione al cedimento, a chiudere l’indagine i 167 alberi che hanno un’estrema propensione al cedimento e che devono essere abbattuti. Di questi 96 sono piante morte, 23 presentano gravi patologie, e 48 possono definirsi pericolanti a causa di anomalie morfologiche e strutturali.«L’età media degli alberi in città è tra gli 80 e gli 85 anni - ha spiegato Andrea Pellegatta, alboricoltore, ieri mattina durante la presentazione del censimento. Da tener conto che l’ambiente è cambiato e questo ha inciso sulla loro natura, creando problemi non sempre di facile soluzione».
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