Sport / Lecco città
Mercoledì 10 Gennaio 2018
Giudice, niente stangata
Una partita lontano da Lecco
Le temute sentenze del giudice sportivo per i fatti avvenuti domenica non sono state pesanti - Il presidente Di Nunno è stato sospeso per tre giornate
La giustizia sportiva, per una volta, non ha solo un volto, ovvero quello della sanzione cieca. Ha anche il volto del buon senso.
Una giornata di squalifica del campo, una giornata a ognuno dei giocatori espulsi e tre giornate al presidente Di Nunno. Più una multa da 2500 euro. La giustificazione della multa è strettamente legata alla squalifica del campo che porterà il Lecco a giocare la gara di mercoledì 17 gennaio prossimo contro il Dro a porte chiuse. Con tutta probabilità a Sesto San Giovanni (visto che la Pro Sesto gioca a Derthona).
Anche nei confronti del presidente Paolo Leonardo Di Nunno, in fondo, sono stati usati i guanti bianchi: squalifica per tre gare, ovvero quella di domenica a Crema, di mercoledì 17 a Sesto contro il Dro e quella del 21 a Pontisola. La motivazione, anche in questo caso, è corretta, ma tralascia di calcare la mano sullo “scatto” di Di Nunno in mezzo al campo per venire a contatto con l’arbitro, poi tenuto a bada da Cristofoli&C.: «Allontanato per proteste nel corso del primo tempo, durante l’intervallo attendeva il direttore di gara davanti allo spogliatoio della terna arbitrale e reiterava a condotta rivolgendo altresì espressioni minacciose ed offensive».
Infine la squalifica ai giocatori: se quelle a Cristian Bertani e a Lele Cavalli sembravano scontate, quella a Marco Moleri si temeva potesse essere più lunga, visto che il centrocampista classe 1998 si era “vendicato” del giocatore bustocco rimasto a terra dopo il fallo che era costato il secondo giallo al giovane bluceleste. Invece per tutti e tre è stata usata la mano “leggera”, ovvero una giornata a testa. In questo caso, però, non essendo stato cacciato dal campo, Moleri, con il rosso diretto, ma con il doppio giallo, la sola giornata di squalifica era quasi dovuta. Si temeva solamente che l’arbitro, dopo la reazione al “rosso” di Moleri, potesse cambiare idea sul proprio referto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA