Gioco d'azzardo, Morbegno
aderisce al Manifesto dei Comuni

Il sindaco Alba Rapella ricorda che il Comune si è già impegnato sul fronte della tutela delle fasce più deboli, imponendo alla sale da gioco di aprire dopo la chiusura delle scuole alle 13

MORBEGNO - C'è anche il Comune di Morbegno tra le cento città lombarde che hanno sottoscritto il "Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo" promosso da Legautonomie e Terre di mezzo.
I sindaci si organizzano in rete per contrastare un fenomeno che conta oggi nel nostro Paese «100 miliardi di fatturato, il 4% del Pil», ma anche un costo sociale che si aggira sui 6 miliaidi l'anno di interventi di cura e sostegno ai giocatori patologici.



«Qualcosa noi abbiamo cercato di fare - ricorda il sindaco di Morbegno, Alba Rapella - ad esempio abbiamo limitato l'apertura delle sale gioco negli orari scolastici per contenere l'accesso dei minori, ma con questi provvedimenti siamo continuamente esposti ai ricorsi e poi ci sono leggi nazionali che contrastano con il contenuto delle ordinanze comunali».



I primi cittadini chiedono strumenti normativi per riuscire a contenere il fenomeno e per fornire ai cittadini informazioni e interventi di prevenzione e di cura del gambling, il gioco patologico che in Italia sta assumendo dimensioni da brivido. I dati dicono che il 12% della spesa delle famiglie italiane va in gioco, che sono 15 milioni gli scommettitori abituali, 3 sono quelli a rischio patologico e circa 800mila hanno già un disturbo conclamato.



«Il fenomeno è ampiamente diffuso, anche tra i giovani - ancora Rapella - e gli stessi operatori del settore, ma anche gli esercenti pubblici giustificano la presenza delle slot nei propri locali dicendo che altrimenti non riuscirebbero a stare in piedi. In realtà, anche a Morbegno ci sono molti bar e locali che non hanno le macchinette e che comunque sono attività solide».

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