Economia
Lunedì 11 Settembre 2023
Germania in crisi. Ma gli ordini esteri restano positivi
Unioncamere Preoccupano i dati tedeschi e la guerra. Nel settore meccanico la produzione cresce ancora Guidesi: «Accesso al credito, ora un intervento europeo»
La locomotiva tedesca rallenta e rischia di far deragliare anche il treno dell’Italia, anche se i vagoni lombardi per ora restano sui binari.
È l’immagine che restituisce il rapporto di Unioncamere Lombardia sulla manifattura regionale nel secondo trimestre del 2023. Alle difficoltà tedesche (la Germania assorbe il 14% delle esportazioni lombarde e rappresenta il primo partner delle aziende della nostra regione) si aggiungono lo scenario geopolitico ancora influenzato dalla guerra in Ucraina e la stretta al credito che rende più difficile lavorare a imprese e artigiani. Ne risultano depressi investimenti e consumi.
Il quadro delineato da Unioncamere è quello di variazioni minime, in termini di zero virgola, che permettono alla manifattura lombarda di non arretrare pur in un contesto difficile. Solo il dato tendenziale del fatturato è in positivo (+1,9%) con gli ordini esteri a +2,0%.
In dettaglio, la produzione industriale resta stabile, con una variazione congiunturale (cioè rispetto al trimestre precedente) positiva ma prossima allo zero, mentre il tendenziale (cioè rispetto al secondo trimestre 2022) si ferma a +0,5%, e l’indice della produzione si assesta. Il tasso di utilizzo degli impianti scende poco sotto la soglia del 75%; il periodo di produzione assicurata si assesta sui livelli di fine 2022. Il mercato domestico langue, gli ordini tornano negativi, sfiorano lo zero congiunturale. Nessuna variazione tendenziale. Quanto ai mercati esteri, nessuna variazione congiunturale mentre le variazioni tendenziali restano positive: +2%. Si riduce il monte ore totale di cassa integrazione anche se cresce leggermente il numero di imprese che vi ricorre.
Spicca il tessile che subisce una forte contrazione tendenziale della produzione. Tra i settori più performanti spiccano abbigliamento (+5,8% di produzione su base annua) e pelli-calzature (+8,6%) a cui si aggiunge l’exploit dei mezzi di trasporto (+13,4%). Positivi anche i settori alimentare (+2,8%) e meccanico (+1,7%): sono le imprese di maggiore dimensione e a più alto contenuto tecnologico a sostenere il manifatturiero. Il comparto artigiano registra performance simili con una variazione nulla sul trimestre precedente ma con un miglior risultato tendenziale (+1,1%).
«Questi dati del secondo trimestre descrivono un quadro meno negativo rispetto al nazionale: la nostra produzione registra variazioni molto contenute a testimonianza di un sistema capace di tenere anche in situazioni difficili con la moda come fiore all’occhiello» ha specificato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia
Da parte sua l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, insiste sul fattore credito: «Influenze esterne negative stanno compromettendo una situazione che potrebbe essere migliore. Tra tutte c’è quella dell’accesso al credito che sta provocando l’erosione dei depositi e la rinuncia, pur temporanea, agli investimenti, limitando le imprese lombarde nella competizione internazionale, oltre a mettere notevolmente a rischio la crescita.
Non è più rimandabile un intervento europeo attraverso il ripristino di un fondo di garanzia per l’accesso alla liquidità. È inoltre preoccupante lo stallo degli ordini interni che rappresenta un segno delle difficoltà dettate da inflazione e disponibilità della liquidità con l’aumento dei tassi di interesse sui finanziamenti in essere».
© RIPRODUZIONE RISERVATA