Cronaca / Lecco città
Venerdì 07 Marzo 2014
Gelati, cellulari, un forno
E anche il necrologio
per mamma Berlusconi
Ecco le spese più curiose contestate ai cinque lecchesi in Regione
Devono rispondere di un quinto della cifra totale: 680mila euro
Tra le spese messe in conto ai contribuenti lombardi come rimborsi per l’attività politica, ci sono anche 164 euro per il necrologio della mamma di Berlusconi, la signora Rosa, deceduta nel febbraio del 2008.
E’ una delle voci contestate a Giulio Boscagli, allora capogruppo del Pdl al Pirellone, che oltre della lista sua personale deve appunto rispondere del denaro speso dal gruppo politico di cui era a capo, e delle autorizzazioni rilasciate ai colleghi consiglieri per le proprie spese.
Di tutto e di più
Non solo l’ormai mitico pranzo di nozze pagato dai lombardi alla figlia di Stefano Galli (oltre seimila euro per 103 coperti) andata sposa a quel Corrado Paroli da Primaluna, di professione operaio, a cui il suocero leghista aveva in seguito procurato consulenze regionali per 196.600 euro, anche queste ovviamente nel mirino degli inquirenti. C’è di tutto e di più negli elenchi degli addebiti a carico dei quattro ex consiglieri, più uno, il leghista Ugo Parolo, l’unico ripresentato e rieletto al Pirellone alle elezioni del febbraio 2013.
Dalle spese di pasticceria e soprattutto di gelati, che quest’ultimo si è fatto rimborsare, ai caffè, al forno microonde (acquisto di Galli, il più fantasioso), ai formaggi e salumi, al telefono cellulare blackbarry, ai cappuccini, al biglietto del parcheggio per 1 euro, a una lunga sfilza di conti del ristorante, questi sì forse più facilmente giustificabili, soprattutto quelli localizzati nelle immediate vicinanze della sede del consiglio regionale: chi può negare che si trattasse di pranzi di lavoro?
Sta di fatto che i cinque lecchesi , cioè oltre ai già citati Boscagli, Parolo e Galli anche il Pd Carlo Spreafico, quello diventato famoso suo malgrado per la Nutella, e il leghista Giulio De Capitani, hanno speso un patrimonio.
Fatta la somma delle spese contestate si arriva infatti a 680mila euro. Si capisce che sul totale di 3 milioni e 400mila euro di soldi pubblici spesi illecitamente da 55 consiglieri regionali e alcuni assessori (non Boscagli la cui posizione in questa veste è stata archiviata e non De Capitani che non figura indagato in questo ruolo), la cifra in capo ai cinque lecchesi fa impressione.
Si tratta addirittura di un quinto del totale, il 20%. Un’enormità che, però, risulta meno stupefacente se si considera che Boscagli e Galli, in quanto capigruppo, rispondono anche delle spese di funzionamento dei gruppi di appartenenza del Pdl e della Lega.
La palma del gruppo più oneroso va al Carroccio con 336.320 euro rimborsati, quasi la metà del l’ammontare totale dei lecchesi, su cui la magistratura vuole fare chiarezza. Il Pdl ha chiesto rimborsi per 20,248 euro.
Costosissimo Carroccio
Galli dovrà anche rendere conto dei 58.600 euro di cui «si è appropriato», secondo la Procura milanese, facendoli passare per spese legate al mandato politico. E quello che ha speso di più del gruppo lecchese al Pirellone. Segue Carlo Spreafico, consigliere del Partito democratico, con la cifra di 40.730 euro, contestata come estranea all’esercizio delle funzioni istituzionali. Terzo posto per il colichese Parolo con 14,451 euro, seguito da Boscagli che ha chiesto rimborsi pari a 12.116 euro.
Chiude De Capitani,il più parco, con 4.000 euro spesi soprattutto in ristoranti.
Si va verso il rinvio a giudizio, ma gli indagati hanno ancora venti giorni di tempo per presentare memorie difensive.
In queste ore a tutti, se non l’hanno ancora ricevuto, sarà notificato l’avviso di conclusione indagini.n
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