Galbiate, il sindaco ad Adriano
«Meglio limitarsi a cantare»

Bonacina: «Mi sono detto: cerca rogne; l'ha tirata poi così lunga, che stavo per cambiare canale. Sabato mi sono rimesso in poltrona, aspettando che mantenesse la promessa di parlarci del paradiso, invece l'ho visto prendere una bacchettata sui denti e tagliarla corta»

GALBIATE «Ma sabato Adriano Celentano non doveva parlarci del paradiso?».

Il "suo" sindaco, Livio Bonacina, ride sotto i baffi; lui, che del Molleggiato è un fan - ed è anche piuttosto amico - non gliela perdona: «Avevo incontrato Adriano pochi giorni prima che andasse a Sanremo, come al solito dopo la messa: mi sembrava il solito, affabile e cordiale; mi metto davanti alla tv martedì, ed ecco che lo sento tirare in ballo la stampa cattolica».

«Mi sono detto: cerca rogne; l'ha tirata poi così lunga, che stavo per cambiare canale. Sabato mi sono rimesso in poltrona, aspettando che mantenesse la promessa di parlarci del paradiso, invece l'ho visto prendere una bacchettata sui denti e tagliarla corta. Quindi, ho concluso che il paradiso al quale Celentano ambiva era quello mediatico: purtroppo - gli strizza l'occhio Bonacina - da sindaco di un piccolo paese, mi sento di dirgli che quel paradiso lì è difficile da conquistare e non ci si arriva scivolando, giocando sui verbi, suggerendo di chiudere i giornali o insultando i giornalisti, che fanno la loro professione e per questo meritano rispetto. Mi dispiace: come artista - secondo il sindaco di Galbiate - questo brutto scivolone sanremese non gli toglie nulla, ma per tutto il resto è un brutto colpo. Glielo dirò, appena rientra: guarda, Adriano, torna a fare ciò che ti viene meglio, canta».

Il servizio completo, su "La Provincia di Lecco" in edicola lunedì 20 febbraio.

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