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Giovedì 02 Aprile 2009
G20: fra morti e spaccature
vertice sull'orlo del fallimento
Il G20 rischia di chiudersi con un accordo formale tra Europa e Usa che si rivelerebbe uin fallimento: ancora distanti le posizioni su revisioni delle norme sulla finanza internazionale, i commerci, i paradisi fiscali, le strategie di rilancio. Scontri con i no global, un morto
A paventare un'intesa solo di fac ciata e poco efficace sono infatti i punti che ancora dividono i Grandi, ma s soprattutto segnano la distanza fra le posizioni anglo-americane e quelle franco-tedesche.
I fondi del Fmi
I leader dei G20 infatti sono ancora divisi sull'entità dell'aumento dei fondi per il Fondo monetario internazionale (Fmi), il trattamento dei paradisi fiscali e le risorse da destinare al rilancio del commercio internazionale ha rivelato il ministro dell'Industria britannico, Peter Mandelson, negando che si tratti di "divergenze artificiali" create ad arte per dare maggiore importanza all'accordo finale.
"Mi piacerebbero che fossero artificiali, ma sono rimaste nel corso della notte", ha spiegato Mandelson. L'ex commissario Ue ha sostenuto - con una battuta - che il suo primo ministro Gordon Brown è stato "estremamente ambizioso sui risultati che vuole ottenere" dal summit, ma lo ha difeso affermando che l'incontro "deve avere un significato per i lavoratori e le imprese".
Gli Stati Uniti vorrebbero triplicare le risorse del Fmi portandole a 750 miliardi di dollari, invece dei 500 suggeriti fino ad ora. Due settimane fa l'Ue si è detta pronta a contribuire con 75 miliardi di euro (oltre 100 miliardi di dollari), mentre altri 100 miliardi di biglietti verdi sono stati messi sul piatto mesi fa dal Giappone. Brown, inoltre, vorrebbe un accordo su 100 miliardi di dollari per sostenere il commercio internazionale.
Niente accordo sul rilancio
Non sono previste intese su nuovi piani di rilancio: i leader dovrebbero semplicemente impegnarsi a essere "pronti a fare il necessario" per sostenere le loro economie. "Questo implica fare di più di quanto si sta facendo ora", ha commentato Mandelson, minimizzando le polemiche sulla necessità di nuovi stimoli fiscali tra l'asse franco-tedesco (contrario) e quello anglo-americano (favorevole). "Penso che alla fine dovremmo avere un risultato che corrisponderà al livello delle aspettative e alle ambizioni della gente", ha concluso il ministro britannico.
Il direttore generale del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha esortato i leader mondiali ad affrontare anche il problema degli asset tossici delle banche. "Mi preoccupa il modo in cui verranno ripuliti i bilanci, il risanamento dei bilanci è il problema che dobbiamo davvero affrontare ora", ha spiegato all'emittente britannica.
Limiti ai bonus
Tutti d'accordo, o quasi, invece sul mettere "alla gogna" i super-ricavi dei banchieri. Il vertice, secopndo il Daily Telegraph, dovrebbe raggiungere un accordo per limitare i bonus dei banchieri, oggetto di fortissime critiche in Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti.
Secondo le indiscrezioni in futuro la remunerazione dei dirigenti "sarà basata sui rischi che assumeranno a lungo termine" e gli autori di investimenti particolarmente rischiosi verranno pagati in azioni che potranno essere rivendute solamente "dopo diversi anni".
Per il Telegraph l'accordo sui bonus "è stato elaborato negli ultimi giorni a seguito di intensi sforzi diplomatici dietro le quinte del presidente francese Nicolas Sarzkozy e del cancelliere tedesco, Angela Merkel", sottolineando che "non era in incluso nella bozza del comunicato" del G20 diffusa lo scorso weekend dalla stampa.
L'Europa chiedeva di più
Il Telegraph aggiunge che i leader europei avrebbero preferito fissare un tetto preciso ai bonus dei banchieri, ma si sono accontentati del nuovo sistema di limitazioni, che riguarderà sia le banche private sia quelle controllate nazionalizzate in parte o completamente.
Se su questo punto però il Vecchio Continente potrebbe cedere, più concreta sarà l'irritazione sul resto, dalla riforma radicale delle regole per la finanza, ai paradisi fiscali, alle misure di rilancio, dove l'accordo è in alto mare.
Rinvio?
Potrebbe quindi rivelarsi efficace il rilancio "nazionalistico" di Berlusconi secondo il quale le vere decisioni saranno prese al G8 de La Maddalena a luglio. Con due controindicazioni, però: al vertice nell'isola ci saranno solo i Grandi di un tempo, quindi niente Cina, India e gli altri Paesi emergenti, decisivi per dare efficacia a un nuovo assetto della finanza e dei commerci internazionale. Inoltre un rinvio a luglio farebbe perdere altro tempo, rischiando di compromettere l'eventuale ripresa e accentuando la crisi non solo economica, ma ora anche sociale. Con la conseguenza che, se non si prendono decisioni vincolanti oggi, ogni Paese potrebbe essere tentato dalla via protezionista e personale
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