Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 19 Luglio 2017
Futuro della Frisia, si apre uno spiraglio
Piuro, alcuni imprenditori sono interessati allo stabilimento, ma il mercato individuato sarebbe quello della birra. Il riserbo è massimo fino al 25 luglio per la nuova gara d’acquisto dell’azienda di acque minerali ormai fallita.
Il 25 luglio si saprà se si tratta solo di un interessamento destinato a non concretizzarsi oppure se la volontà c’è veramente. Occhi puntati sullo stabilimento Frisia di Piuro, azienda di acque minerali ormai fallita. A quanto pare ci sarebbe l’interessamento di alcuni imprenditori legati al mondo della società di consulenza Soluzioni Dinamiche, quella che sta curando il progetto di rilancio a fini turistici di Madesimo. Un abboccamento c’è stato con il sindaco della stessa località dell’alta Vallespluga Franco Masanti, che ovviamente non ha potuto far altro che fare da intermediario verso gli enti locali direttamente coinvolti nella partita.
L’obiettivo di questi investitori sarebbe il ritorno all’attività produttiva, ma non nel settore delle acque minerali. Il mercato individuato sarebbe quello della birra.
Una delle produzioni che a cavallo tra ‘800 e ‘900 hanno reso celebre la Valchiavenna, dove si faceva il 20% del volume nazionale, prima di essere progressivamente abbandonata. Anzi, per la Frisia sarebbe un ritorno all’antico, visto che lo stabilimento posto tra Borgonuovo e Santa Croce di Piuro è nato come birrificio. Altro su questi investitori per il momento non si sa. Ovviamente le carte non vengono scoperte e si dovrà attendere la settimana prossima. Il prezzo d’acquisto dello stabilimento è ormai molto basso.
Nei mesi scorsi c’è stata la pubblicazione sul Portale dei Fallimenti della provincia di Sondrio dell’avviso di cessione mediante procedura competitiva dell’azienda.
L’offerta è composta dal complesso mobiliare e immobiliare organizzato per l’attività di imbottigliamento e commercializzazione delle acque minerali oggetto di concessioni regionali a Santa Croce di Piuro, con i noti marchi “Frisia” e “Bernina”, dalla partecipazione azionaria totalitaria verso la Parco Fonte Bernina Spa e dalla domanda di derivazione d’acqua ad uso idroelettrico.
Per i produttori di birra, insomma, ci sarebbe la possibilità di sfruttare l’acqua e l’opportunità di realizzare una centralina per la produzione di energia elettrica. E i capannoni.
Non molto altro, probabilmente visto che i macchinari interni già cinque anni fa erano abbastanza obsoleti. Le offerte d’acquisto devono arrivare allo studio del curatore Giuseppe Gentile, entro le 19 del giorno precedente la gara competitiva, che avverrà il 25 luglio alle 12. Il prezzo a ormai cinque anni dalla crisi che ha portato alla progressiva chiusura della produzione, è sceso enormemente, passando da 4.4 a 1.8 milioni di euro circa.
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