Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 18 Gennaio 2016
Fusioni, Modena strizza l’occhio alle banche locali
La Bper sempre più interessata a una fusione con Bps e Creval, analisti al lavoro su uno studio. L’ad Vandelli: «Guardiamo con attenzione alla Valtellina, ma ne parleremo dopo le assemblee di primavera».
Due indizi fanno (quasi) una prova. Sull’asse Modena-Sondrio. L’attenzione di Bper Banca, la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, verso gli istituti di credito locali si è manifestata anche in questi giorni, dopo la dichiarazione d’interesse dell’ottobre scorso. Ma questa volta il pressing per convolare a nozze è stato ancora più esplicito.
Bper sta infatti per affidare un incarico di consulenza per «l’analisi delle opzioni strategiche» e punta a «tirare le somme nel giro di un paio di mesi» sul fronte di una possibile aggregazione, ponendosi l’obiettivo di concludere il percorso entro giugno. Lo afferma l’amministratore delegato Alessandro Vandelli, intervistato da Il Sole 24 Ore. «Entro il primo semestre - spiega - vogliamo arrivare alla definizione del possibile partner». Quest’ultimo, «tramontata l’ipotesi della Banca Popolare di Milano», potrebbe essere in Lombardia, che il manager emiliano definisce come «area da considerare per ragioni economiche ma anche geografiche, visto che un’aggregazione non genererebbe sovrapposizioni significative a livello di rete». In particolare Vandelli sottolinea che «guardiamo con interesse alla Valtellina», quindi sia al Credito Valtellinese, sia la Banca Popolare di Sondrio, per creare una grande polo bancario lombardo-emiliano.
«I rapporti con i due istituti - aggiunge Valdelli - sono buoni, se dovesse esserci qualche interesse ne parleremo, comunque, dopo le assemblee di primavera». Sotto la lente degli analisti ci sarebbe l’ipotesi di una fusione, a due o tre, con la Bper, pronta a presentare un’offerta che può disporre di diverse frecce al proprio arco. Il primo punto a favore di questo progetto, come detto, poggia sul fatto che si tratta di una sovrapposizione fra territori non in concorrenza tra loro, ma piuttosto complementari. Ogni istituto interessato dalla fusione manterrebbe le sue peculiarità di banca del territorio e l’operazione potrebbe essere vista di buon occhio sia dai soci azionisti, sia dalla clientela in generale, per l’incremento di valore che potrebbe generare l’operazione.
«Questo polo - si legge in un articolo pubblicato sul sito web della Gazzetta di Modena - presenterebbe grandi potenzialità nei principali settori specifici, dal credito al consumo all’asset management». C’è però un elemento che gioca a svantaggio di una partita a tre, ed è quello - ben conosciuto in provincia - che riguarda le due banche locali e in particolar modo il nodo dell’occupazione e dell’integrazione fra due esperienze imprenditoriali tanto vicine quanto diverse.
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