Nessuna fusione dei Comuni, non in provincia di Sondrio. Non adesso.
I referendum di ieri in Valchiavenna e nel Tiranese non lasciano spazi a dubbi, nemmeno a quelli interpretativi della Regione Lombardia cui spetta l’ultima parola: la maggior parte dei Comuni coinvolti nel progetto non vuole la fusione.
Il fronte dei no si è dimostrato, all’atto pratico del voto, molto più ampio di quanto non ci si aspettasse alla vigilia: in Valchiavenna ad esprimersi contro non c’è stato solo il municipio di Gordona, ma anche quelli di Mese e di Prata Camportaccio, con buona pace di tutti coloro - sindaci, sindacati e Partito democratico su tutti - che si sono spesi a favore delle ragioni del sì. Il largo margine con cui Chiavenna ha votato per la fusione non potrà fare la differenza.
Non è andata molto meglio nel Tiranese dove ha votato il 46% della popolazione avente diritto. Non ci saranno né Pieve, né Borghi del Mortirolo: Tovo Sant’Agata, Lovero e Mazzo hanno detto no.
A questo punto al consiglio regionale della Lombardia non resterà che prendere atto della volontà espressa dal territorio che ha bocciato senza appello i progetti di fusione così come portati avanti.
I dieci Comuni del Tiranese - Grosotto, Mazzo, Tovo, Vervio e Lovero - e della Valchiavenna -Chiavenna, Mese, Gordona, Menarola e Prata Camportaccio -si sono espressi sui due progetti di fusione.
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