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Lunedì 11 Marzo 2013
Fuga dei ragazzi verso Poschiavo
"Migliori le scuole profesisonali"
La nuova era dei frontalieri verso la Svizzera è quella degli studenti. Si oltrepassa la frontiera non più per andare a lavorare ma per andare a scuola. Così, l'istituto professionale di Poschiavo è diventato la meta di vari giovani valtellinesi
Tirano - La nuova era dei frontalieri verso la Svizzera è quella degli studenti. Si oltrepassa la frontiera non più per andare a lavorare ma per andare a scuola. L'istituto professionale di Poschiavo è diventato la meta di vari giovani valtellinesi e valchiavennaschi che qui studiano da muratore, elettricista, idraulico, falegname e pure commessa.
Solo da pochi anni i valtellinesi possono iscriversi alla scuola elvetica e i primi a farlo ne hanno già sperimentato l'efficacia trovando occupazione alla fine del ciclo di studi triennale. Per la verità un lavoro gli studenti della scuola professionale poschiavina lo hanno già al momento dell'iscrizione, perché la formazione professionale in Svizzera prevede quattro giorni di cantiere e uno di scuola, il giovedì. Grosio da sempre patria dei muratori (non per nulla negli anni Ottanta era stata costruita nella frazione Vernuga la scuola edile), ha un quartetto di ragazzi che frequentano il corso: i cugini Davide e Massimo Rizzi, Stefano Sassella e Federico Rinaldi. Ed è proprio Federico a raccontare questa esperienza. «Sono molto felice di avere scelto questa scuola. Al corso di muratore ci si può iscrivere solamente dopo aver compiuto i 16 anni. Rispetto ai corsi che si effettuano in Italia qui c'è la possibilità di lavorare, retribuiti, per tutti e tre gli anni di scuola e poi le possibilità che l'azienda nella quale hai sostenuto gli stage per il triennio ti assuma sono molto alte». Lui lavora alla Sailler. Si trova così bene che non ci sono rimpianti sul fatto che la scuola non ci sia più a Grosio, una presenza in loco che gli avrebbe consentito di andare a scuola a piedi: «Ma Poschiavo non è poi così lontano e ci sono tanti frontalieri grosini che ci vengono ogni giorni e quindi è semplice trovare anche un passaggio. Visto che il desiderio è comune quello di lavorare in Svizzera visto i guadagni, tanto vale frequentare la scuola qui da loro in maniera di avere maggiori chance di essere assunti al termine del ciclo di studi», afferma lo studente del '94.
Insomma, frequentare a Poschiavo dà l'accesso a una corsia preferenziale per poter poi lavorare nel territorio svizzero e quindi il sacrificio di iniziare presto a fare la valigia è una sorta di investimento ad personam. Mentre ai tempi dei nonni di Federico il giovedì si stava a casa da scuola perché era il giorno di vacanza, oltre il confine è esattamente il contrario. Sui banchi si va solo in quel giorno e si studia italiano, matematica, disegno tecnico e anche un po' di tedesco che, ovviamente, sarà molto utile qualora si finisse a lavorare nella Svizzera interna.
«Ogni sei mesi poi andiamo per tre settimane a Lucerna a fare dei corsi ulteriori - spiega Federico -. La paga è 1.000 franchi mensili il primo anno, 1.500 il secondo e 2.000 il terzo anno». Non male per degli apprendisti. "E questo è solo l'inizio" devono pensare i ragazzi quando all'alba di lunedì mattina varcano la dogana di Piattamala.
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