Frutteti sostenibili e “puliti”
«L’impegno per mele più sane»
Meno chimica su 500 dei 700 ettari coltivati da Melavì
Strumenti e tecniche innovative nella lotta contro parassiti e infestanti
Se è vero, come dicono i nutrizionisti, che due etti al giorno di frutta aumentano le aspettative di vita, allora che frutta sia. E, soprattutto, frutta coltivata in modo sano.
Ci crede la cooperativa ortofrutticola Melavì che ha presentato le azioni volte a una produzione sostenibile dal punto di vista ambientale e di qualità a beneficio del consumatore. Attualmente su 700 ettari coltivati a melo da parte dei soci di Melavì, 500 ettari sono interessati dalle moderne tecnologie in campo di difesa del frutto attraverso le pratiche di confusione sessuale e disorientamento oltre all’abolizione dei neonicotinoidi (insettici usati in frutticoltura per il controllo degli afidi sul melo).
«Una strada obbligata», come ha detto il direttore di Melavì, Poletti Riz, mentre il presidente, Gian Luigi Quagelli, ha parlato della forte volontà, che si è andata ampliando negli anni, del consiglio di amministrazione di «ridurre al minimo l’impatto ambientale della difesa chimica dei frutteti attraverso diverse misure - ha affermato Quagelli -. Si va dalla cattura del bostrico, un insetto che si infila nel tronco degli alberi, fatta con trappole ad alcol, alla decisione di non usare prodotti chimici come i neonicotinoidi che possono creare problemi agli alveari. La parte corposa del progetto è riservata alla confusione sessuale».
Quagelli prosegue: «Teniamo a questa idea di frutta “pulita” che vogliamo presentare al consumatore con la convinzione che la frutta faccia bene e debba essere mangiata. Abbiamo anche un piccolo appezzamento di terreno coltivato con il metodo biologico che è una tecnica che vogliamo implementare utilizzando le varietà residenti alla ticchiolatura. La maggior parte dei frutteti è condotta in modo tradizionale e, dunque, l’obiettivo è utilizzare il meno possibile sostanze chimiche con effetti impattanti sull’ambiente e optare per procedure di difese alternative. Dobbiamo riconoscere ai frutticoltori, a cui chiediamo grandi sforzi in un periodo neppure facile, che la tenuta del territorio è legata al lavoro che svolgono quotidianamente».
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