Luca di Montezemolo è stato per anni il “delfino” del contribuente più assistito d'Italia, l'Avvocato. Ora lascia la presidenza della società più generosamente aiutata per inserirsi, novello cavallo di Troia, nella politica e continuare opportunisticamente quel sostegno con il nipote prediletto, convogliando consensi ma soprattutto aiuti sul neonato polo auto della Fiat. E' evidente come Montezemolo sia convinto che agli italiani si possa vendere tutto, dopo i comportamenti tenuti in questi ultimi anni da un altro delfino, Fini. Ma io sarei più guardingo: sono cambiati i tempi. Negli anni '50, la guerra era finita da poco e si doveva ricostruire l'Italia insieme con il patrimonio degli Agnelli, oggi, al massimo, si devono ricostruire gli italiani dal post comunismo ancora imperante, come dimostra il risalto che i partigiani vogliono dare al prossimo 25 Aprile.
Giovanni Bartolozzi
Morto Gianni Agnelli, Luca di Montezemolo ricevette l'incarico di presiedere la Fiat in un momento così difficile da poter essere ritenuto drammatico. In pochi anni, collocato Marchionne come amministratore delegato, ha rovesciato la situazione. La Fiat è ritornata ad essere un marchio apprezzato, a competere sul piano mondiale dopo indovinate alleanze, a dare lavoro. Ha delocalizzato ma meno di come avrebbe potuto, sposterà presto in Italia la produzione della Panda attualmente in Polonia, raddoppierà il venduto entro la fine del 2014. Ovviamente chiede al governo di creare le condizioni perché il Paese nel suo insieme sia competitivo, e ne benefici anch'essa. E ovviamente chiede ai sindacati di garantire l'efficienza degli stabilimenti, l'unico dei quali a rischio è quello di Termini Imerese. Quanto alla separazione societaria -una branca dedicata all'auto e l'altra al resto- è uno strumento per valorizzare i vari settori del gruppo e facilitare le intese con gl'interlocutori esterni, come esige il business d'oggi. Montezemolo (o no?) ha dei meriti in tutto ciò. Se la politica dovesse convincerlo a dedicarvisi, evviva la politica. Visto quello che sta offrendo, un Montezemolo riuscirebbe a essere gigante tra i nani pur non facendo nulla per diventarlo. Un po' il contrario di quello che succede a Fini: dice cose sensate, difende le ragioni d'una destra liberal-costituzionale, rivendica la democrazia interna nel Pdl, invoca legittimità per le minoranze e però lo vogliono far apparire nano tra i giganti. Eppure sembrerebbe all'altezza della situazione, precipitata così in basso da non richiedere grandi arrampicate.
Max Lodi
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