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Mercoledì 26 Dicembre 2012
Fine del mondo, politici comici
Bertolino è «L'ultimo dei Maya»
Simpatica intervista con il noto cabarettista
È questa la sceneggiatura dello spettacolo che Enrico Bertolino, noto cabarettista televisivo, porta in scena in questo periodo.
Un recital, dal titolo evocativo "L'ultimo dei Maya", accompagnato dalla colonna sonora del maestro Teo Ciavarella, che da una parte evidenzia ancora una volta la vocazione satirica impegnata di Bertolino, dall'altra testimonia il suo profondo legame con i nostri territori.
Milanese di nascita, il cabarettista ha infatti iniziato la sua carriera proprio nel Varesotto..
Questa volta parte dalla tanto decantata profezia dei Maya. Come mai questa scelta?
La ragione è molto semplice: da tempo, si è cominciato a fare ironia sulla previsione della fine del mondo; poi, pian piano, questa ironia ha assunto un tono tragicomico. Da qui, l'idea di festeggiare l'anno nuovo brindando ai Maya e alle loro premonizioni sbagliate. In realtà, però, i Maya sono solo un pretesto per parlare dell'attualità.
A questo proposito, è prevalente la satira politica, oppure la satira di costume?
Non lo so ancora, perché volutamente non ho ancora preparato una scaletta. Anzi, deciderò i temi dello spettacolo pochi minuti prima di andare in scena, anche basandomi sul discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Di sicuro, parlerò molto di politica. Gli spunti sono innumerevoli: ad esempio, si è parlato di spostare il Festival di Sanremo per la concomitanza con le elezioni. E allora, perché non sostituire anche il voto con il televoto?
Ormai, le affinità tra la politica e la comicità sono evidenti, tra un comico (Beppe Grillo, ndr.) che scende in campo e lo stesso Mario Monti che, nel suo modo di fare, ha qualcosa di comico e divertente.
Lei, in passato, ha già sottolineato in un suo spettacolo che ormai i politici stanno "rubando la scena" a voi cabarettisti....
Si tratta di una vera e propria "invasione" di campo, che però, a mio avviso, dovrebbe essere reciproca: per me non ci sono problemi se un politico va in televisione a fare "il divertente", però, allo stesso tempo, la comicità deve poter parlare di politica, senza che si offenda nessuno.
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