Ferrara – dicono le statistiche nazionali – è tra le città d’Italia dove si vive meglio, dove la qualità della vita è alta. Entrando nel capoluogo romagnolo, la cartellonistica stradale definisce Ferrara «la città delle biciclette» e ci si accorge presto che è vero. La bicicletta come simbolo di slow-life, una vita a misura d’uomo padrone del suo tempo. Solo qui si possono leggere sui muri targhe in marmo con scritto «Vietato appoggiare biciclette». Certo, appoggia oggi appoggia domani il muro si scrosta e il danno al proprietario del palazzo è evidente. La città, comunque, è piena di rastrelliere per le bici. Se andare in bici qui è del tutto normale, anche volare non è poi un fatto eccezionale. Il locale aeroclub conta numerosi soci. Bicicletta e brevetto per volare: sembrano contrastanti ma sono due aspetti dello stesso benessere di questa città.
Anche se ricchissima di opere d’arte ereditate nei secoli (si pensi solo all’Abbazia di Pomposa e ai castelli estensi), anche se la vasta pianura ben coltivata dona paesaggi inconsueti (si pensi al delta del Po e alle Valli di Comacchio) e rilascia redditi interessanti, Ferrara ha un cruccio: il turismo potrebbe essere più intenso, convogliato meglio e in periodi più lunghi dell’anno. «E’ questione di fare sistema, di attuare sinergie, cosa che purtroppo i vari enti non fanno – affermano Roberto Serra e Filippo Orlandini, che sono a capo di due consorzi privati (Ferrara Arte e Natura e Ospitalità Estense) che riuniscono operatori turistici di città e provincia – Abbiamo una chiara vocazione storico-artistica, bellezze naturali e paesaggistiche che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità, eppure gli arrivi languono». A tentare nuove vie per convogliare turismo in questa terra piatta tra Po, Adriatico e Valli di Comacchio si impegnano alcune associazioni private, come 34-Circolo Teorie Naturali (www.teorienaturali.it) e la Cna che ha ideato il progetto «Sulla via del benessere».
«Anche noi come associazione ricreativo-culturale – afferma Manuela Fabbri, presidente del Circolo teorie naturali – cerchiamo vie nuove per promuovere il soggiorno nel Ferrarese, per questo abbiamo chiesto il coinvolgimento di associazioni come l’Aeroclub per voli sulla città e sul delta, come l’Officina Ferrarese che riunisce i possessori di auto d’epoca, oppure una realtà come il ranch Azzurra di Rero che ha una collezione unica di calessi e carrozze d’epoca che pochi conoscono. Così come pochi ancora conoscono l’agriturismo Ai due laghi del Verginese, un’oasi di benessere tra natura e storia nelle campagne di Gambulaga». Il nostro giro nel Ferrarese parte dal centro città, dallo storico Hotel Europa, nei pressi del Castello Estense. Locale storico (qui dormirono Giuseppe Verdi e Napoleone), una suite con affreschi del Settecento. Fa parte del complesso il Caffè Europa, frequentato dai ferraresi che vogliono essere coccolati sin dalle prime ore del mattino con bevande e dolcetti di alta qualità (www.caffeeuropaferrara.com). Un altro locale nel centro cittadino che merita di essere conosciuto è l’Artlife Caffè, in piazza Repubblica: antica torrefazione rimessa in attività da Alberto Trabatti, ex bancario, segnalato nella Guida Bar d’Italia come luogo dove si fa cultura su caffè e distillati (www.artlifecaffe.com). La città è tutta da girare, a piedi o in bicicletta. Vaste le aree pedonali. I monumenti più celebri e visitati sono tutti lì, nel centro storico racchiuso dalle antiche mura ben conservate: la Cattedrale, il Castello Estense, Palazzo dei Diamanti, Palazzo Schifanoia. Si parte poi per una fool immersion nella pianura ferrarese, ricca d’acqua, di vegetazione, di raccolti (frutta, ortaggi, cereali), fertile terreno alluvionale. Strade diritte portano velocemente all’estremo della provincia, verso il delta del Po, le Valli di Comacchio e il mare. A Mesola è un castello cinquecentesco ben conservato, una delle delizie degli Estensi. Mesola è anche nota per i suoi boschi e la coltivazione di ottimi asparagi. Si scende lungo la Strada Romea e una tappa d’obbligo è alla Abbazia di Pomposa, suggestiva nella sua antica eleganza e raffinatezza. Si scende ancora per arrivare a Comacchio, non prima di aver girato tutto attorno alle cosiddette Valli, un ambiente naturalistico unico, nulla da invidiare alla più nota e visitata Camargue francese.
Comacchio è una piccola Venezia, le gondole sono sostituite dalle «batane», barche a fondo piatto, data la scarsa altezza dell’acqua nei canali. Tanti piccoli negozi, con l’anguilla come prodotto principe del territorio. Per chi vuole nutrire anche il cervello ecco il «museo della nave romana», aperto da pochi anni dopo il ritrovamento di una nave del I secolo sepolta nella sabbia con tutto il suo carico. Non lontano è Lagosanto, dove è realizzato da alcuni anni un nuovissimo ospedale con accanto il Deltahotel, un quattro stelle superiore in posizione strategica, che va bene per banchetti e congressi. C’è anche la possibilità di relax nella piscina scoperta. Più vicine a Ferrara altre due “delizie” degli Estensi. A Gambulaga, in Comune di Portomaggiore, il Castello del Verginese, piccolo maniero perfettamente restaurato e usato come centro culturale. Poco lontano, in territorio di Voghiera, il più vasto Castello del Belriguardo, dove la corte estense soggiornava sei mesi l’anno. Qui l’attenta amministrazione comunale ha provveduto a realizzar anche un piccolo museo con i resti romani dell’antica Voghenza, mentre lo splendore del Rinascimento è intuibile nella Sala delle Vigne, l’unica rimasta con vasti affreschi degni di attenzione. Un discorso a sé merita Tresigallo, cittadina tutta particolare, che fu praticamente rifondata negli anni del fascismo, essendo qui nato Edmondo Rossoni, ministro di Mussolini, che volle lasciare nel suo paese natale un segno tangibile di quell’era, facendo costruire palazzi pubblici e privati in stile dell’epoca, nonché una grande piazza a foma di D. Tresigallo è un tuffo nel passato fascista…architettonicamente parlando.
Infine la Romagna enogastronomica, terra fertile, ricca di frutteti ed anche di vigneti, i cosiddetti Vini delle Sabbie, da vigneti che crescono su terreni sabbiosi. «Il Fortana è il vitigno autoctono simbolo del nostro territorio - ricorda Mirco Mariotti, produttore ad Argenta – un vitigno generoso, che dà un vino rosso sapido, moderatamente tannico, che nella versione rosé ci sta dando parecchie soddisfazioni». Degli asparagi di Mesola e dell’aglio di Vogliera abbiamo già detto. Altre delizie gastronomiche ferraresi: il tipico pane a forma di farfalla (qui detto “la coppia”), il dolce chiamato “pampepato” (zuccotto con mandorle, canditi , spezie e cioccolato), i cappellacci (ravioli ripieni di zucca e parmigiano), il pasticcio di maccheroni, la salama da sugo. Prodotti tipici sono anche le vongole di Goro, l’anguilla di Comacchio, il riso e la carota del Delta del Po, il cocomero e il melone, la pera e la pesca di Romagna.
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Ferrara e Comacchio