Fallimenti a Lecco, soffrono
edilizia e commercio

Sono 39 le procedure fallimentari aperte dal Tribunale di Lecco dall'inizio dell'anno e coinvolgono soprattutto imprese edili e commerciali, specie esercizi pubblici, ma nell'elenco ci sono anche aziende metalmeccaniche.

g.morassi

LECCO - Sono 39 le procedure fallimentari aperte dal Tribunale di Lecco dall'inizio dell'anno e coinvolgono soprattutto imprese edili e commerciali, specie esercizi pubblici, ma anche aziende metalmeccaniche. All'inizio di agosto dello scorso anno, le procedure erano state 51 (82 per l'intero anno), una diminuzione che tuttavia non è dovuta a un miglioramento della situazione generale, come spiega Gabriele Viganò, responsabile dell'ufficio vertenze della Cgil di Lecco: «In realtà il cambio del Giudice competente, avvenuto in primavera (non più Mirco Lombardi, ma Dario Colasanti, ndr) ha rallentato la presentazione delle procedure. Infatti la nomina del nuovo Giudice ha portato alla sospensione delle dichiarazioni di fallimento per un mese intero. C'è quindi il fondato sospetto che le procedure possano lievitare entro settembre, raggiungendo o addirittura superando il dato del 2010». A dimostrare la grave situazione sofferta dal sistema economico locale, c'è l'aumento dell'afflusso all'ufficio vertenze. A luglio del 2010 gli utenti erano 548, quest'anno sono 578: «Sono lavoratori che chiedono l'apertura di vertenze sindacali per il mancato pagamento degli stipendi e del tfr o di entrambi. Cresce fortemente anche il numero di contenziosi per i licenziamenti. Se si considera che la Cgil affronta metà delle pratiche complessive dei lavoratori della provincia, i lecchesi che nel 2011 hanno avviato una vertenza legata a problemi di lavoro sono poco meno di 1.20», continua Viganò. A preoccupare è anche l'elevata presenza di aziende edili e commerciali: «Secondo le comunicazioni degli inquirenti, l'edilizia e il commercio sono i settori in cui è più facile il riciclaggio del denaro sporco. Guarda caso questi due settori sono quelli che ricorrono più frequentemente fra le istanze di fallimento. La mia non è una tesi dimostrata, e non so neppure quanto sia dimostrabile, tuttavia so per certo che c'è uno scambio di informazioni assiduo tra il Tribunale e la Guardia di Finanza, nel tentativo di monitorare fenomeni anomali e metterli allo scoperto».

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Mercoledì 24 Agosto 2011

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