Cronaca / Lecco città
Venerdì 10 Aprile 2015
Estinguere prima un mutuo
Per i Comuni penali del 10%
Costa cara agli enti locali l’estinzione anticipata di mutui a tasso fisso accesi con Cassa Depositi e Prestiti
Costa cara agli enti locali l’estinzione anticipata di mutui a tasso fisso accesi con Cassa Depositi e Prestiti.
L’indennizzo, calcolato in base al decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 20 giugno 2003 “supera spesso il 10% del capitale da rimborsare, configurandosi come una sorta di penalità per gli enti locali”.
A dirlo è l’interpellanza urgente presentata ieri alla Camera dal deputato lecchese del Pd Gian Mario Fragomeli, sottoscritta da altri 40 parlamentari, con cui ora si chiede conto al ministro Pier Carlo Padoan “di conoscere nel dettaglio il costo reale delle provviste, costituite da buoni postali fruttiferi, impiegate dalla Cdp per l’erogazione di mutui” ai Comuni. Ciò perché, afferma Fragomeli, “solo con dati trasparenti sul disallineamento dei costi e dei ricavi dei mutui erogati dalla Cdp si potrà intervenire anche con provvedimenti normativi volti a contenere le penalizzazioni, consentendo altresì ai Comuni di ridurre il loro indebitamenti e i relativi oneri che pesano sulla loro spesa corrente”. Ora con la battaglia in Parlamento si punta a dimezzare la gabella portandola al 5%.
La decisione di chiedere di andare a fondo sui conti arriva dopo un braccio di ferro partito con un question time in commissione finanze nel 2013, proseguito nel 2014 con un’interrogazione in commissione bilancio e approdato ora a nuove stringenti richieste di chiarimento dopo aver ottenuto da Cdp “risposte non puntuali”, riferite nell’interpellanza.
In sostanza, secondo la società l’indennizzo richiesto ha la finalità di recuperare il disallineamento tra i tassi dell’originaria provvista necessaria a concedere i mutui e i tassi di mercato in vigore al momento del rimborso anticipato. Riducendo l’indennizzo per estinzione anticipata il rischio per Cdp è quello di “significative conseguenze per la società in termini di redditività ed equilibrio economico-patrimoniale”. Ma c’è dell’altro: Cdp non manca di ricordare che una revisione “determinerebbe la necessità – si legge nell’interpellanza di reintegrare la società per i minori introiti che si verrebbero a creare in conseguenza della revisione stessa”.
Il braccio di ferro continua in un momento in cui per gli enti locali la riduzione dell’indebitamento è una delle strade maestre per liberare risorse per investimenti altrimenti imbrigliati dai divieti di spesa imposti dal patto di stabilità.
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