Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 24 Dicembre 2021
Eroi del salvataggio
I complimenti
del ministro Bianchi
Bormio Lettera inviata ai ragazzi dell’istituto Alberti
che hanno estratto dalla valanga uno sciatore americano
Prima la lettera di ringraziamento di J ack Cawelti, 34 anni, di professione insegnante a Milano, ma originario di Littleton, nel Colorado, travolto da una valanga da lui stesso provocata nella zona del Cimino, a Bormio, seguita da una seconda lettera firmata, di pugno, da Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione.
Entrambe indirizzate a Lapo Francescangeli, Nicolò Provini, Mirko Bez e Teodoro Dei Cas, membri dello Sci Club Bormio e studenti dell’istituto di istruzione superiore “Alberti”, di Bormio, assurti agli onori delle cronache per essere stati i primi a precipitarsi in soccorso di Jack, sciatore statunitense lanciatosi domenica 5 dicembre in un fuoripista a più di 2.500 metri di quota che avrebbe potuto costargli la vita.
Sotto la valanga
Erano le 11.44 quando è scattato l’allarme. In pochi secondi, la montagna è “franata” e sotto la neve Jack è letteralmente scomparso.
«Stavamo facendo l’ultimo giro della giornata sugli sci, in zona Cimino - ricorda Lapo, a nome anche dei compagni -, quando Mirko si è voltato ed ha visto uno sciatore in fuoripista sul versante adiacente gli impianti. È stato un attimo e al suo passaggio la montagna è franata col suo carico di neve fresca, travolgendolo. Siamo rimasti di sale. Quando ci siamo ripresi ci siamo guardati e ci siamo lanciati verso la zona per cercare di prestare soccorso. Io, con un altro sciatore, siamo andati da una parte, Nicolò e Mirko da un’altra, perché nulla si vedeva. Ma Nicolò ha sentito dei lamenti ed ha capito che lo sciatore era lì sotto. Allora tutti insieme a scavare con le mani per spostare la neve compatta. Una fatica... Fino a quando, fortunatamente, siamo arrivati all’altezza della testa dello sciatore. Aveva la neve in bocca, rischiava di soffocare».
Poi l’arrivo dei soccorritori di professione, che hanno completato l’opera di salvataggio.
«Jack era scioccato, ci guardava, non faceva che piangere e ringraziare», dicono i ragazzi . Tornato a casa, lo sciatore statunitense non li ha dimenticati, anzi. Pochi giorni dopo, l’8 dicembre, dopo aver letto un articolo di cronaca, ha scritto una mail allo Sci Club Bormio. «Grazie mille per avermi salvato la vita - ha scritto rivolgendosi ai ragazzi -. Ero intrappolato dalla neve, incapace di muovermi, ho solo cercato di fare più rumore possibile, sperando che qualcuno mi sentisse. Mi moglie dovrebbe avere il nostro primo bambino fra poche settimane e non riesco ad immaginare come sarebbe la loro vita se non mi aveste salvato. Grazie per avermi dato una seconda possibilità e l’opportunità di veder nascere mio figlio. Siete dei veri eroi!».
La lettera di Bianchi
Dopo questa missiva, il preside dell’Alberti, Bruno Spechenhauser, ha convocato i suoi studenti per complimentarsi con loro ed ha informato, della cosa, Fabio Molinari, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio, il quale, a sua volta, ha interessato il Ministero.
Il ministro Bianchi non ha perso tempo. «Carissimi ragazzi - scrive -, la scuola e la comunità educante si pongono l’obiettivo di accompagnare i ragazzi e le ragazze nel loro cammino di crescita, affinché possano diventare cittadini attivi e responsabili rendere la comunità più inclusiva e solidale. Voi siete la bellissima dimostrazione del successo di questo percorso».
Felici, i ragazzi non si sentono, tuttavia, eroi. «Abbiamo fatto quello che c’era da fare in quel momento, nulla di più» dicono.
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