Cronaca / Lecco città
Lunedì 27 Novembre 2017
Eravamo in bianco e nero
Alle 18 a Palazzo Falck
In edicolaLa presentazione del volume in vendita con il quotidiano il volume “Eravamo in bianco e nero, 1950-1971”. Oltre 150 fotografie per raccontare gli anni del dopoguerra, dalla ricostruzione al boom economico. E il ’68.
E’ in edicola con “La Provincia di Lecco” il volume “Eravamo in Bianco e Nero. Immagini di Lecco e provincia dal 1950 al 1971”, a cura di Gianfranco Colombo. Sarà in vendita a 5,70 euro oltre al prezzo del quotidiano.
Il libro fotografico, edito da “La Provincia di Lecco”, sarà presentato venerdì 1 dicembre alle ore 18, a Palazzo Falck, in Piazza Garibaldi a Lecco (ingresso libero). Saranno presenti il direttore de “La Provincia” Diego Minonzio e il responsabile dell’edizione lecchese Vittorio Colombo.
Dopo il successo del libro che lo scorso anno era dedicato ai primi cinquant’anni del Novecento, ecco il secondo capitolo. In questo volume raccontiamo per immagini, rigorosamente in bianco e nero, gli anni che vanno dal 1950 al 1971 a Lecco e nella sua provincia. E’ una narrazione che avviene grazie ad oltre 150 fotografie che documentano gli anni del dopoguerra, della ricostruzione, del boom economico. E’ il periodo in cui le città ed i paesi del nostro territorio cambiano volto in modo evidente, giorno dopo giorno; sono i decenni di una crescita esponenziale, che ha coinvolto tutti e che oggi guardiamo con un certo stupore.
L’età dell’innocenza
Non è un caso che la parola che viene spontaneo usare guardando queste foto sia “innocenza”. Negli anni ’50 si era appena usciti dalla guerra, i prati circondavano i centri cittadini, i giovinetti mettevano i calzoni corti ed i ritmi delle comunità erano segnati dal calendario liturgico. Sono i primi grattacieli a indicare i tempi che cambiano e già negli anni ’60 l’accelerazione verso il futuro ingrana un’altra marcia. Si costruisce a più non posso ed anche le questioni sociali iniziano a fare capolino dentro la vita quotidiana. Si lavora, si studia, si protesta. Questo succede a Lecco ma anche i suoi dintorni evidenziano i tempi che cambiano. Sono anni di passaggio, in cui convivono i contadini che arano ancora con i buoi e gli operai e le operaie che si sono convertiti al ferro. Le nuove costruzioni occupano velocemente i prati, i contadini tendono a scomparire fagocitati dalle fabbriche, i cui capannoni vanno ad occupare quelli che un tempo erano terreni coltivati. Le auto popolano le nostre strade. Sono anni di grandi cambiamenti che però conservano intatto lo stupore di intere generazioni, che si trovavano a scoprire il nuovo che stava avanzando.
I segni del futuro che presto arriverà ci sono. Una pompa di benzina in una Oggiono ancora verde, la benedizione delle auto a Costa Masnaga, quando ancora si potevano contare sulle dita di una mano coloro che si potevano permettere un’automobile.
Volti e suggestioni
Le foto di queste pagine non vogliono documentare tutto quello che è accaduto dal 1950 al 1971. Come per il volume dello scorso anno, quello che suggeriamo è di guardare queste immagini come tanti capitoli di un romanzo: che conta è lasciarsi coinvolgere dalle suggestioni che volti e situazioni ci sanno suggerire. In questo senso due momenti ci sembrano emblematici. Da una parte le immagini della Ballabio-Resinelli, una corsa motociclistica in salita che raccoglieva folle adoranti, stupefatte di fronte alle evoluzioni dei nuovi centauri. Dall’altra il concerto rock di Montalbano, che abbiamo pomposamente definito “la nostra Woodstock”. Le fotografie di Gianni Rusconi sono la testimonianza certificata dell’innocenza al tramonto. I bravi ragazzi che assistono al concerto presto si faranno crescere i capelli e la musica rock diverrà la loro bandiera.
«Fermarsi a riflettere su un passato peraltro molto vicino, - ha scritto nella sua introduzione Diego Minonzio, direttore de “La Provincia di Lecco” - può essere salutare soprattutto quando ad averlo scritto siete stati proprio voi lettori. Quella di queste pagine è una parte importante della vita di questa nostra comunità, che il nostro giornale è impegnato a raccontarvi tutti i giorni».
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