Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 20 Maggio 2017
«Era il ricettatore della banda dei furti»
Finisce in manette
Elettricista romeno arrestato dai carabinieri. È accusato di aver già rivenduto gran parte del bottino. A lui si rivolgevano i sei moldavi presi nei mesi scorsi.
In apparenza era un elettricista come tanti. Arrivato dalla Romania e ambientatosi bene nel nostro Paese. In realtà, secondo l’accusa, Cristian Trusca, cinquantanne residente a Vignate, in provincia di Milano, era il ricettatore al quale si rivolgevano i moldavi arrestati dai carabinieri nell’ambito dell’operazione “Sotto scorta”.
Un’operazione che si era conclusa alcuni mesi fa con l’arresto di sei persone accusate di aver messo a segno, lo scorso anno, quasi 50 furti in tutto il Nord Italia, 24 solo in Valtellina, con un bottino complessivo di oltre un milione di euro.
Per questi furti sono già stati condannati (con rito abbreviato) Anatolie Cobzac a 4 anni di reclusione e 800 euro di multa; Dumitru Andrianov a 3 anni, 4 mesi e 700 euro di multa; Ion Timofti a due anni e 10 mesi e 600 euro di multa.
La banda era composta anche da altre tre persone: Dorin Pascal, attualmente detenuto in Moldavia, dove deve scontare una pena per reati commessi nel suo Paese; Serghei Pascu, arrestato dall’Interpol al confine tra la Polonia e l’Ucraina e detenuto nel carcere romano di Rebibbia. Oleg Harcomit, invece, fu fermato in Svezia, dove girava con un documento falso. Ora le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri di Sondrio hanno portato a completare il quadro, grazie all’operazione “Screen Shot”, che il comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Paolo Ferrarese, ha definito come «una costola delle indagini precedenti».
Come detto, i militari hanno individuato quello che viene considerato il ricettatore della banda: l’elettricista romeno, appunto, che aveva il compito di rivendere la refurtiva. Parte del bottino veniva “piazzata” in Italia, ma gran parte finiva all’estero, in particolare nell’Europa dell’Est. In un garage in uso a Cristian Trusca, i carabinieri hanno trovato ancora una parte degli oggetti che erano stati rubati nei mesi scorsi, per un valore complessivo di circa 150mila euro. Ma non solo. I nuovi accertamenti dei carabinieri hanno portato ad attribuire alla banda dei sei moldavi anche altri furti per i quali in un primo momento non erano stati accusati.
Si tratta del furto avvenuto a Garbagnate (in provincia di Lecco) dove nella notte tra il 13 e il 14 luglio 2016 furono rubate 21 bici di marca, del furto commesso a Bolzano lo scorso 19 luglio (8 bici il bottino) e di quello commesso a Busseto, nei pressi di Parma lo scorso 27 luglio (dove erano state portate via 25 bici).
A Cameri, in provincia di Novara, i ladri si erano impossessati di 28 pneumatici, a Rho di diverse macchinette da caffè. Il furto più grave fu commesso a Lissone il 14 luglio: vennero portati via scanner e altro materiale tecnologico per un valore di circa mezzo milione. Gli atti relativi a questi furti sono stati stralciati dal fascicolo principale e inviati alle diverse procure (nove in tutto) competenti per territorio.
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