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Lunedì 16 Aprile 2012
Ennesima emergenza frontalieri
Vertice sul crollo dell'occupazione
I posti di lavoro per gli italiani diminuiscono, i contratti si accorciano, i salari calano e per i ristorni non ci sono novità positive. Oggi a Como si riunirà il Tavolo politico per le questioni dei frontalieri, promosso da Cgil, Cisl e Uil con tutti i sindaci interessati, i consiglieri regionali e provinciali e i parlamentari eletti nei collegi del territorio.
Lecco - I posti di lavoro per gli italiani diminuiscono, i contratti si accorciano, i salari calano e per i ristorni non ci sono novità positive.
Oggi a Como si riunirà il Tavolo politico per le questioni dei frontalieri, promosso da Cgil, Cisl e Uil con tutti i sindaci interessati, i consiglieri regionali e provinciali e i parlamentari eletti nei collegi del territorio.
«Si parte da Como, ma l'obiettivo è il coinvolgimento degli enti locali anche nelle altre province di confine, a cominciare da quella di Sondrio», spiega il responsabile nazionale di categoria della Cgil, Claudio Pozzetti. Nell'ultimo trimestre del 2011 i frontalieri attivi nei Grigioni erano circa 4.400 e più del 90% dei permessi era legata al lavoro di cittadini della provincia di Sondrio. Il 60% di queste persone secondo i dati forniti dalla Cisl lavora in edilizia. Le novità degli ultimi mesi non sono positive né sul fronte occupazionale, né per quanto riguarda il turismo dove si registra - in Engadina - un calo netto dei clienti provenienti dai paesi della zona euro.
Intanto il Cantone Ticino ha congelato da quasi un anno il 50% dei ristorni fiscali ai Comuni italiani, per quasi 24 milioni di franchi svizzeri. Ed è anche noto che il Parlamento svizzero ha approvato una mozione che chiede di ridurre al 12,5% l'ammontare del ristorno attualmente pari al 38,5%.
Proprio nei giorni scorsi il Governo ha risposto all'interrogazione presentata alla Camera dal deputato Franco Narducci per chiarire la posizione dell'esecutivo rispetto alle notizie allarmanti provenienti dalla Svizzera. In particolare il deputato del Pd, molto noto fra i frontalieri, si è soffermato sui provvedimenti in cui si ipotizzava una modifica della quota di ristorno del prelievo fiscale sul reddito dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera. Narducci non è rimasto soddisfatto dalla risposta data dal l'esecutivo.
«Il Governo che anche i parlamentari eletti all'estero sostengono - ha spiegato Narducci - non può ignorare le problematiche dei frontalieri, che non significano unicamente 55mila posti di lavoro disseminati nelle aree di confine in Svizzera, bensì anche il rilevante numero di imprese che esportano servizi temporanei sulla base degli accordi bilaterali tra la Confederazione e l'Unione europea. Ritengo incomprensibile l'ostinatezza con cui il Governo italiano rifiuta di sedersi attorno ad un tavolo per negoziare con gli svizzeri la nuova convenzione contro le doppie imposizioni fiscali, un presupposto inderogabile per ripristinare rapporti corretti e affrontare le questioni del lavoro transfrontaliero»
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